ROMA – Cori e applausi, braccia alzate come in curva e qualche braccio teso col saluto romano. Un mare di persone, di ultras. E’ stato accolto così il feretro di Fabrizio Piscitelli, Diabolik, l’ex capo tifoseria della Lazio ucciso quindici giorni fa con un colpo di pistola alla testa al Parco degli Acquedotti. Partito dal Policlinico di Tor Vergato e arrivato alle 14 al santuario del Diviono Amore, è stato accolto dal coro degli amici in lacrime: “Battiamo le mani ai veri laziali”.
La curva nord accoglie il feretro di Diabolik
Ai cori si aggiunge la coreografia. Una grande scritta rossa su sfondo nero con la scritta ‘Diabolik’ ha inaugurato il funerale. Un fiume di gente con le magliette del personaggio dei fumetti o con la scritta azzurra ‘Irriducibili Lazio’, il più famoso gruppo ultras della squadra romana. Attorno alla bara, per decisione dei capi della curva nord, uno striscione: “Gli sciacalli possono pure banchettare sul cadavere di un leone, ma lui resta un leone e loro restano degli sciacalli”.
Estrema destea in chiesa e esequie ‘militarizzate’
Già da ieri notte la zona è stata presidiata dalla sicurezza per evitare qualsiasi intoppo. Dopo un lungo ‘litigio’ con la famiglia della vittima, che avrebbe voluto esequie pubbliche, gli uomini diespiegati tra polizia, carabinieri e finanza sono oltre 300. Tre le aree di controllo presdisposte lungo l’iter del feretro: il policlinico, il santuario di via Ardeatina dove sono celebrate le esequie, il cimitero Flaminio di Pirima Porta dove verrà seppellito Piscitelli. Controlli predisposti anche ai caselli autostradali, nelle fermate di metro e bus e nelle stazioni ferroviarie per monitorare l’arrivo dei gruppi di tifosi. Tra le 100 persone indicate dalla famiglia per l’ingresso in chiesa, esponenti dell’ultradestra capitolina legata a Forza Nuova e il fratello dell’ultras ucciso con un colpo di pistola Gabriele Sandri.