Bellanova spacca il governo sulle regolarizzazioni degli immigrati clandestini e irregolari da inviare a lavorare nei campi agricoli specie del sud Italia, sotto la scure della criminalità organizzata. E dà l’aut aut: “Se non passa la proposta – ha dichiarato nel suo diktat – allora ci sarà motivo per riflettere sulla mia permanenza nel governo. Perché io non sono qui a fare la tappezzeria”. E ha poi aggiunto: “La regolarizzazione dei migranti irregolari non è una battaglia strumentale per il consenso, dal momento che queste persone non votano”.
Bellanova e i permessi
“Puntiamo a concedere un permesso di soggiorno temporaneo per sei mesi – ha continuato il ministro dell’Agricoltura – rinnovabile per altri sei, per le aziende e le famiglie che vogliono regolarizzare. Ci sarà anche un contributo per lo Stato, anche se non bisogna esagerare: si tratta di persone sfruttate per 3 euro l’ora facendo concorrenza sleale alle imprese che rispettano le regole. Tra le persone c’è diffidenza perché per anni si è fatta passare l’idea che i diversi sono i nemici e che gli immigrati vengono qui a toglierci il lavoro. Sono invece fondamentali per portare avanti alcune attività, non solo in agricoltura dove rischiamo sperperi enormi per la mancata raccolta, ma anche le badanti che assistono tante persone anziane”.
Il summit
Ed oggi incontro tra il ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, del Lavoro Nunzia Catalfo e per il Sud e la coesione territoriale Giuseppe Provenzano in merito al ‘capriccio’ di Bellanova su un progetto che ha dell’irrealistico. E il M5S fa opposizione. Il reggente Vito Crimi in merito ha dichiarato: “Massima disponibilità alla lotta al lavoro nero ma non accetto che vengano dati dei permessi di soggiorno temporanei perché è lì che si insidia il lavoro nero”.