MILANO – Blitz della Guardia di Finanza al Pio Albergo Trivulzio. Gli uomini del nucleo di polizia economico finanziaria di Milano hanno raccolto documenti relativi alle indicazioni ricevute dalla Rsa da parte di Regione Lombardia nell’ambito dell’emergenza coronavirus. Tra le carte raccolte dalle Fiamme Gialle, anche le cartelle cliniche dei circa 150 pazienti deceduti nelle ultime settimane all’interno della struttura.
Nell’inchiesta coordinata dal procuratore aggiunto Tiziana Siciliano, è stato iscritto nel registro degli indagati il direttore generale di Pat Giuseppe Calicchio, che dovrà rispondere di epidemia colposa e omicidio colposo. Tra le ipotesi di reato, anche quella di responsabilità amministrativa degli enti per eventuali violazioni commesse dai dipendenti.
Al centro delle indagini, eventuali carenze da parte del personale nel rispetto dei protocolli interni, oltre che la distribuzione di dispositivi di sicurezza come guanti e mascherine. In particolare, alcuni operatori sanitari hanno raccontato ai magistrati che nelle prime fasi dell’epidemia non avevano Dpi e hanno riferito che sarebbero stati invitati a non indossare le mascherine per “non creare allarmismi” nei pazienti. Ricostruzione che poi è stata messa in dubbio da alcuni loro colleghi. In una lettera, infatti, una novantina di medici della struttura ha spiegato che le mascherine sarebbero state invece messe a disposizione “a partire già dal 23 febbraio”.
Oltre alla ’Baggina’, questo il nome che i milanesi hanno dato alla residenza per anziani dalla quale è partita Tangentopoli, nei giorni scorsi sono state perquisite altre Rsa. I carabinieri del Nas di Milano si sono recati in diverse residenze per anziani in città, a Monza, Como e Varese per verificare se siano state rispettate o meno le direttive legate all’emergenza coronavirus.
Tra le strutture del capoluogo lombardo dove sono stati fatti accertamenti, anche le Rsa dei quartieri di Affori, Corvetto e Lambrate. Alle porte di Milano, la squadra di polizia giudiziaria della Procura è entrata anche negli uffici della Sacra Famiglia di Cesano Boscone e in una residenza a Settimo Milanese. Nei giorni scorsi, invece, era toccato all’sitituto Don Gnocchi, sempre a Milano, do’erano morti oltre un centinaio di anziani.
Sempre in Lombardia anche la procura di Sondrio ha aperto una indagine per epidemia colposa a carico di ignoti per le numerose morti di anziani ospiti della provincia e in Nas di Brescia hanno perquisito due strutture. In queste ore i pm stanno procedendo alle iscrizioni nel registro degli indagati dei vertici delle strutture dove si sarebbero verificate eventuali irregolarità.
Si indaga anche su eventuali omissioni nei referti e nelle cure fornite e sulle decisioni prese dalle diverse Rsa dopo che, a seguito di una delibera regionale dell’8 marzo, in alcune strutture sono stati accolti pazienti covid in via di guarigione. Una richiesta che, come ha spiegato l’assessore la Welfare Giulio Gallera, Regione Lombardia aveva avanzato con l’obiettivo di “salvare delle vite”, ma i cui esiti adesso saranno da valutare. Tra i punti al vaglio dei pm, anche il ruolo giocato dalla Regione Lombardia nella stesura di linee guida che le strutture socio sanitarie dovevano seguire.
Per far luce sull’accaduto anche Regione e il Comune di Milano, dai quanti dipende il Pio albergo Trivulzio, hanno nominato una commissione di cui fa parte anche l’ex magistrato di Mani Pulite Gherardo Colombo. (LaPresse)