MILANO – Calano i contagi in Lombardia. Da inizio epidemia, 61.326 persone sono risultate positive al coronavirus, 1.012 in più nelle ultime 24 ore. Anche se per Covid-19 si continua a morire (241 nuovi decessi fanno salire a 11.142 il bilancio delle vittime), il numero dei dimessi lascia ben sperare: 743 pazienti hanno lasciato gli ospedali, su un totale di 36.985.
Tra lunedì e martedì si contano solo 49 ricoverati in più. “E’ confortante: il dato del contagio è drasticamente ridotto in maniera significativa su tutte le sue aree, Bergamo, Brescia, Cremona, Varese e Milano – commenta l’assessore al Welfare lombardo, Giulio Gallera -. Quest’ultima rischiava un’ondata che avrebbe travolto il sistema sanitario, ma non è successo”.
A Lodi, epicentro del primo focolaio, i nuovi casi sono 10, “lì il contagio si è praticamente arrestato”, aggiunge. Fa discutere un documento, risultato essere falso, relativo a fantomatiche decisioni che la Lombardia avrebbe assunto in teme di aperture e restrizioni. Dal testo risultava che i lombardi non sarebbero potuti uscire dal territorio fino ad ottobre 2020. La Regione sporgerà denuncia contro ignoti alla polizia postale.
Dal 21 aprile in Lombardia cominceranno i test sierologici con prelievo ematico. “Siamo i primi in Italia”, sottolinea Gallera, “è molto più veloce ed affidabile, consente di verificare se gli anticorpi sono immunizzanti e cioè se hanno sterilizzato il virus così da poter riprendere una vita sociale senza correre il rischio di infettare qualcuno”.
La speranza è di poterne fare fino a 20mila al giorno. Saranno effettuati “a partire dagli operatori sanitari e socio sanitari e dalle province più colpite”, spiega il governatore Attilio Fontana, è “doverosa una programmazione su basi scientifiche ed epidemiologiche”.
La strategia anti pandemia della Lombardia non vede però tutti d’accordo. C’è maretta tra Regione e Comune di Milano dove, nonostante il recente miglioramento, i malati sono complessivamente 14.350, +189 contro i +481 del giorno prima. Il sindaco Beppe Sala continua a chiedere “più mascherine, tamponi e test sierologici”.
Sulla città non ci sarà “nessun rinvio dei test”, assicura Fontana, mettendo a tacere la polemica sul nascere. A far indispettire il primo cittadino sono anche le parole di Gallera: mentre a livello regionale “la situazione è notevolmente migliorata, secondo tutti gli indicatori”, a Milano “il calo è lento”. L’assessore chiede ai milanesi “uno sforzo in più” e ai loro amministratori “una mappatura del territorio più stringente.
Il tema”, afferma, “è la densità di popolazione, le persone vivono una vicina all’altra”. Sala non ci sta, e nel giorno della prima mini-ripartenza ribatte: “Troppa gente in giro? Se qualcuno lo pensa faccia una nuova ordinanza per tenere più persone a casa. Più del 95% dei fermati a Milano sono in regola, quindi io mi dissocio da questa retorica del milanese indisciplinato che si fa gli affari suoi”. (LaPresse)