Coronavirus, c’è luce in fondo al tunnel. Conte: “Possibili riaperture ad aprile”

Secondo l’ultimo bollettino della Protezione civile solo nelle ultime 24 ore sono 2.099 i guariti da Covid – 19. Ma l’Oms frena: “Non c'è ancora una diminuzione netta dei contagi ma solo un rallentamento, riaprire ora è difficile”

Foto Roberto Monaldo / LaPresse

ROMA – “Possibili riaperture ad aprile”. E’ l’ultimo azzardo del premier Giuseppe Conte dopo che è cominciato un seppur flebile segnale di ripresa dal Covid-19. Secondo l’ultimo bollettino della Protezione civile solo nelle ultime 24ore sono 2.099 i guariti da Covid – 19. Ma l’Oms frena: “Non c’è ancora una diminuzione netta dei contagi ma solo un rallentamento, riaprire ora è difficile”. E da Messina arriva l’ordinanza del governatore della Regione siciliana, Nello Musumeci: “Nessuno potrà attraversare lo Stretto da domani e fino al 13 aprile, ad eccezione di forze dell’ordine e armate, operatori sanitari pubblici e privati, lavoratori pendolari, nonché per comprovati motivi di gravità e urgenza”.

Apertura graduale

Secondo Conte per un’apertura graduale bisogna prima “individuare alcuni settori che possono ricominciare la loro attività. Se gli scienziati danno il loro assenso, potremmo cominciare ad allentare alcune misure già alla fine di aprile ribadendo come la guardia non sarà abbassata e spiegando che ‘solo gradualmente’ verranno messe in campo le riaperture”. E aggiunge: “Gli esperti mi hanno confermato che la curva sta cominciando a scendere, siamo fiduciosi, ma non possiamo passare da un lockdown al riaprire tutte le attività economiche, dobbiamo farlo gradualmente. Probabilmente potremmo riuscire ad allentare alcune restrizioni già alla fine di questo mese, se gli esperti ci confermeranno i dati”.

I dati

Cala l’incremento delle vittime a 542e pure i ricoveri: ieri 99 in meno rispetto a martedì. In diminuzione il numero complessivo dei ricoverati negli ospedali: “Martedì erano 258 in meno, ieri 233.”

Decisione sofferta

“La perfezione non è di questo mondo. Non sono così arrogante da pensare che il governo italiano sia perfetto ma se tornassi indietro farei lo stesso. Abbiamo – ha continuato Conte – un sistema completamente diverso dalla Cina, per noi ridurre alcune libertà è stata una decisione difficilissima su cui abbiamo ragionato con molta attenzione; se avessi proposto un lock-down o la restrizione delle libertà costituzionali al principio, con i primi focolai, le persone mi avrebbero probabilmente preso per pazzo”. Ora l’obiettivo del governo sembra quello di “indicare le linee guida sulle modalità con cui le diverse professioni potranno ripartire”. Tre appaiono le tipologie di indici di rischio: basso, medio e alto. La necessità è quella di consentire la ripresa delle attività, con un occhio di riguardo ai lavoratori cosiddetti ‘fragili’ oltre che alle situazioni dove è richiesta una sorveglianza sanitaria speciale.

Offesa a Putin

Il premier ha affrontato anche la questione Russia, secondo la quale Putin abbia posto una ‘conditio sine qua non’ per gli invii degli aiuti in Italia, come ad esempio l’allentamento delle sanzioni nei confronti del suo Paese: “E’ un’offesa al governo italiano – ha risposto – e anche a Vladimir Putin, che mai si è sognato di usare gli aiuti come leva sulle sanzioni”.

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