Coronavirus, Conte ‘chiude’ mezzo Nord. La lotta ai contagi in tutta Italia

Foto Filippo Attili/Palazzo Chigi/LaPresse 22-02-2020 Roma, Italia PoliticaCoronavirus, Giuseppe Conte al cdm straordinario alla protezione civile di RomaDISTRIBUTION FREE OF CHARGE - NOT FOR SALE - Obbligatorio citare la fonte LaPresse/Palazzo Chigi/Filippo Attili

ROMA – Conte firma il decreto che limita spostamenti nelle zone più colpite. Ma oltre alla Lombardia sono interessate altre quattordici province delle regioni Veneto, Piemonte, Emilia Romagna e Marche

Il decreto

Il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte ha firmato il decreto ‘Vincolo di evitare ogni spostamento’ sia in Lombardia che in quattordici province di Veneto, del Piemonte, dell’Emilia Romagna e delle Marche. Il decreto è figlio dell’accorpamento di due dpcm inizialmente previsti “Ma – precisa il premier – non è un divieto assoluto, ovvero non si ferma tutto”. Il riferimento è ai trasporti in quanto “sarà possibile muoversi per comprovate esigenze lavorative o per emergenze e motivi di salute”. Sarà compito della polizia intervenire nel chiedere ai cittadini il perché si stiano spostando. “Mi assumo la responsabilità politica delle decisioni che vengono prese in queste ore – ha continuato – Ce la faremo”. Occorre “auto responsabilità” e non si può più “fare i furbi”. Poi un invito ai giovani a restare a casa. Nel dpcm finale anche disposizioni per l’intero territorio nazionale come lo stop a pub, discoteche, sale gioco e manifestazioni di cinema e teatro ed altre di regime più severo destinate alle zone più colpite dell’Italia del Nord. “Non c’è più una zona rossa – spiega Conte – scomparirà dai comuni di Vo’ e del lodigiano. Ma ci sarà una zona con regole più rigorose che riguarderà l’intera Lombardia e poi le province di Modena, Parma, Piacenza, Reggio Emilia, Rimini, Pesaro e Urbino, Alessandria, Asti, Novara, Verbano Cusio Ossola, Vercelli, Padova, Treviso e Venezia. Qui fino al 3 aprile saranno limitati i movimenti, salva la possibilità di rientrare a casa propria, e i bar e i ristoranti dovranno chiudere alle 18 e per il resto della giornata garantire distanze di almeno un metro. Chi ha 37,5 di febbre è invitato a restare a casa, chi è in quarantena ha il divieto assoluto di uscire. Restano chiuse intanto le scuole in tutta Italia”. Mentre per quanto concerne le misure economiche tra domani e martedì sarà pronta una bozza del decreto da 7,5 miliardi annunciato dal governo e si incontrerà anche con le opposizioni. “ Ma – precisa –  è il governo a gestire”.

L’incremento dei dispositivi anticontagio

Presto anche la firma di un contratto per la produzione tutta italiana “di 500 dispositivi al mese di rianimazione, con l’obiettivo di fare di più”. Oltre alla linea produttiva dei dispositivi di protezione verrà integrata. Poi annuncia che, nelle aree dove il contagio si è reso più importante per cui gli ospedali appaiono in sovraccarico “ci sarà la possibilità di ridistribuire i pazienti tra le regioni”.

L’ultimo bollettino

Lo comunica il Commissario della Protezione civile, Angelo Borrelli: “il nuovo bilancio dei contagi è di, 36 in più. Sono 567 i malati ricoverati in terapia intensiva per coronavirus, di questi 359 sono in Lombardia, che ha avuto un incremento in un giorno di 50 casi. Sono invece 2651 i malati con sintomi ricoverati e 1843 quelli in isolamento domiciliare”.

Dati regione per regione

Sono 2.742 i malati in Lombardia, 937 in Emilia-Romagna, 505 in Veneto, 202 in Piemonte, 201 nelle Marche, 112 in Toscana, 72 nel Lazio, 61 in Campania, 42 in Liguria, 39 in Friuli Venezia Giulia, 33 in Sicilia, 23 in Puglia, 24 in Umbria, 14 in Molise, 14 nella provincia di Trento, 11 in Abruzzo, 9 nella provincia di Bolzano, 8 in Valle d’Aosta, 5 in Sardegna, 4 in Calabria e 3 in Basilicata.Le vittime: 154 in Lombardia (19 in più di ieri), 48 in Emilia Romagna (+11), 13 in Veneto (+1), 6 nelle Marche (+2), 5 in Piemonte (+1), 4 in Liguria (+1), 2 in Puglia (+1) e uno nel Lazio. Complessivamente sono finora 5.883 i contagiati totali dal coronavirus, comprese le vittime e le persone guarite. Quanto ai tamponi, ne sono stati eseguiti 42.062, dei quali oltre quasi 30mila in Lombardia, Emilia Romagna e Veneto. E il governo accoglie la norma che consente ai medici posti in sorveglianza, ma non positivi al Covid-19, di rientrare al lavoro.

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