Conte: “Misure ancora più stringenti. Zona rossa in tutta Italia”. Scuole chiuse fino al 3 aprile

"Abbiamo adottato una nuova decisione, come governo, su un presupposto, siamo ben consapevoli che sia difficile cambiare tutte le nostre abitudini, io lo stesso lo sto sperimentando. Capisco le famiglie, i giovani. Sono abitudini che ragionevolmente con il tempo, potranno essere adattata alle nuove esigenze, ma purtroppo tempo non ce n'è, i dati ci dicono che crescono i contagi, i ricoverati e ahimè i deceduti"

Giuseppe Conte (Foto Filippo Attili/Palazzo Chigi/LaPresse)

ROMA (di Dario Borriello e Matteo Bosco Bortolaso)- Alla fine la decisione è arrivata: tutta Italia diventa zona rossa. Ad annunciarlo è il premier, Giuseppe Conte, che firma il Dpcm che lui stesso battezza #Iorestoacasa. Per contenere il rischio di diffusione del coronavirus gli spostamenti limitati allo stretto necessario, c’è divieto di assembramenti anche all’aperto e lo stop a tutte le manifestazioni sportive, campionato di calcio compreso. Non solo, perché le scuole resteranno chiuse fino al 3 aprile e sul fronte economico il presidente del Consiglio spiega che, dopo la richiesta di scostamento dai parametri del deficit per 7,5 miliardi (che mercoledì sarà votata da Camera e Senato) “stiamo ragionando sulla possibilità di precostituire una richiesta un po’ più elevata”. Una cartuccia che non sarà sparata subito dall’esecutivo, che prima – ragionevolmente – vuole valutare gli effetti che avranno sull’economia delle misure di portata storica, per il nostro Paese.

“Siamo ben consapevoli che sia difficile cambiare tutte le nostre abitudini, io stesso lo sto sperimentando, ma purtroppo tempo non ce n’è e i dati ci dicono che crescono i contagi, i ricoverati e ahimè i deceduti”, spiega Conte. Di questi nuovi provvedimento il capo del governo ha ovviamente informato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e ne ha parlato anche con il presidente della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini. La macchina è avviata e ora conta sull’apporto degli enti locali per monitorare che le trasgressioni siano ridotte all’osso. Per spostarsi, infatti, servirà un’autocertificazione, “modalità accolta ormai in generale nel nostro ordinamento giuridico”, ma “se ci fosse una dichiarazione non veridica, ci si espone a un altro reato che si aggiunge allo spostamento non giustificato: la falsa certificazione”.

La reazione del mondo politico è unanime. Il primo a sposare la linea Conte è il capo politico del M5S, Vito Crimi: “Siamo totalmente concordi con le nuove misure, dobbiamo tutelare i cittadini e in particolare le categorie più fragili”. Il plauso arriva anche da Matteo Renzi, che esulta sia per l’estensione della zona rossa, sia per l’annuncio della disponibilità di Palazzo Chigi a nominare un “super commissario” all’emergenza, proprio come aveva chiesto il leader di Italia viva. Dal Pd è il vice segretario Andrea Orlando a commentare, favorevolmente: “C’è bisogno del sacrificio di tutti per sconfiggere il virus”. Anche le opposizioni – che domani incontreranno Conte capitanate da Matteo Salvini, rimettendo piede a Palazzo Chigi per la prima volta dopo la crisi dell’agosto scorso -, non si sottraggono, seppur con i dovuti distinguo. Per il segretario della Lega è “un primo passo, che apprezziamo, ma non basta”. Per il presidente di FdI, Giorgia Meloni, “allargare la zona rossa ci sta, ma c’è una confusione fuori misura”. Il concetto, comunque, è chiaro: da qualunque angolatura la si legga, questa pagina del nostro Paese finirà dritta nei libri di storia.

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