ROMA – Dal 4 maggio sì alla riapertura agli spostamenti intraregionali. E’ una delle ipotesi al vaglio del governo che manterrà tuttavia ancora in vigore il limite alla mobilità tra una regione e l’altra.
“La Fase 2 – spiegano da Palazzo Chigi – prevede una ripartenza sempre all’insegna della massima cautela, nella consapevolezza che si dovrà sempre tenere sotto controllo la curva epidemiologica e non farsi trovare impreparati in caso di una possibile risalita. Il piano prevede un allentamento delle misure restrittive, ma non uno stravolgimento. Sarà fondamentale, in questa fase, rafforzare il protocollo di sicurezza sui luoghi di lavoro già approvato nel marzo scorso e completare queste prescrizioni anche con riferimento alle attività del trasporto e della logistica”.
La riapertura
Dal prossimo 4 maggio, dunque, probabile riapertura di alcuni settori della nostra economia, quelli “manifatturieri e delle costruzioni oltre ad alcuni esercizi commerciali – ha specificato il premier Conte ai sindacati – ci sarà un allentamento delle misure restrittive ma non in maniera indiscriminata perchè sarebbe da irresponsabili. Non è uno stravolgimento ma un allentamento ma le raccomandazioni sarebbero adattate alla nuova fase”.
Un allentamento “che dovrebbe dare ossigeno all’economia nazionale coinvolgendo al massimo 2,7 milioni di lavoratori – ha specificato il capo della task force Vittorio Colao”
Altri incontri
E il prossimo 30 aprile alle 10, presso l’aula della Camera vi sarà una informativa “del presidente del Consiglio sulle questioni attinenti alla programmazione per la ripresa delle attività economiche”.
Inoltre rimandato a domani un ulteriore incontro tra Giuseppe Conte e i ministri Roberto Speranza e Francesco Boccia con i rappresentanti di Regioni e Comuni.
No al ‘liberi tutti’
Intanto sulla apertura anticipata al 27 aprile di alcune attività, bisognerà che si rispettino i protocolli di sicurezza ha detto Conte. “Si potrebbe essere anche pronti – ha continuato il Premier – ma serve fare una riflessione: l’obiettivo è chiudere la fase 1 in maniera armonica. La revisione delle misure di distanziamento sociale non significa un ‘liberi tutti’ ma non possiamo chiudere i cittadini in casa per sempre”.