ROMA – Fino a quando non riceveremo i chiarimenti richiesti tramite nota ufficiale indirizzata al Presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte, non ci adegueremo alle disposizioni dettate dal Presidente Musumeci, che con la sua ordinanza n. 18 del 23/04/2020 si è posto in palese contrasto con il DPCM del 26/04/2020”. Così dichiara il Sindaco di Messina, Cateno De Luca, che a seguito di tale conflitto normativo ha inviato un quesito al Premier Conte per chiedere che sia fatta chiarezza.
“Con la propria ordinanza il Presidente Musumeci – afferma il Primo Cittadino – autorizza all’apertura di cimiteri, di attività di tolettatura per animali, di pesca sportiva, spostamento imbarcazioni, sistemazione delle strutture balneari e pulizia spiagge, aperture circoli e società sportive per attività all’aria aperta. Ma queste attività non sono previste nel DPCM, anzi si pongono in aperto contrasto. Rammento che qualche giorno fa, proprio il Prefetto di Messina ha chiarito che nell’eventuale contrasto tra l’ordinanza sindacale e quella della Regione, prevale quest’ultima in quanto il Presidente della Regione è soggetto attuatore con il compito di coordinare le attività della Protezione civile e della Sanità per il contenimento del contagio da Coronavirus, al quale lo stesso D.L. n. 19 del 25 marzo 2020 attribuisce altresì la facoltà, in relazione a specifiche situazioni sopravvenute di aggravamento del contagio, la facoltà di introdurre misure ulteriormente restrittive. Nulla, invece, prevede il citato Decreto Legge in merito ad una facoltà per i Presidenti delle Regioni di introdurre misure che alleggeriscano le restrizioni o che, come nel caso in esame, le annullino del tutto”.
“Considerato che l’ordinanza di Musumeci entrerà in vigore a decorrere da lunedì 4 maggio – continua il Sindaco Peloritano – chiedo un risposta esaustiva prima di tale data al fine di consentirmi di potere a mia volta emettere l’Ordinanza con la quale recepire e disciplinare le attività ammesse dal Presidente della Regione o, viceversa, vietare tali attività, concedendo ai miei concittadini un congruo preavviso tanto nella prima che per la seconda ipotesi. Fino a quanto non riceverò la risposta al mio quesito da parte del Presidente Conte, fornendo un chiarimento che consenta di evitare ai cittadini di incorrere in eventuali e incolpevoli violazioni di legge, a Messina non apriremo i cimiteri e non consentiremo lo svolgimento di attività in contrasto con le disposizioni nazionali. In sostanza non apriremo nulla che sia oggetto di violazioni delle disposizioni normative e che esporrebbero i titolari di tali attività anche alle contravvenzioni e alla sospensione dell’attività”.
“Altra nota dolente: la reintroduzione della facoltà di fare rientro alla propria abitazione, residenza e domicilio prevista dall’ultimo DPCM, che invece è esclusa per la Regione Sicilia. Se veramente la volontà di questo Governo – conclude De Luca – è quello di impedire il rientro nel domicilio, abitazione o residenza in Sicilia, allora le uniche soluzioni possibili sono le seguenti: o si fa espresso divieto alle società di trasporto passeggeri di utilizzare le tratte verso la Sicilia, proibendo la vendita dei titoli di viaggio, oppure si obblighi la Regione Sicilia ad adottare lo stesso sistema di registrazione ed autorizzazione preventiva all’ingresso nel territorio regionale, come hanno già disposto i Presidenti della Regione Sardegna e Calabria i quali hanno dimostrato di avere perfettamente compreso il vero punto focale della questione che non può essere ridotto ad un formale divieto di rientro, ma che deve essere disciplinato in modo da conoscere, con anticipo, chi intende rientrare nel territorio regionale e avvisare i Sindaci dei comuni di destinazione del loro arrivo per consentire di adottare tutte le misure per la gestione della vigilanza sanitaria. Con tale spirito avevo attivato la banca dati ‘si passa a condizione’, che tuttavia è stata annullata dal Governo con inusitata celerità dopo un giorno dalla sua entrata in vigore. Anche su questo attendo un doveroso chiarimento dal Presidente Conte, per non dovere assistere nuovamente all’esodo di massa di persone che, giunte a Villa San Giovanni, non sapranno se potranno raggiungere la Sicilia o se verranno trattenute sul suolo Calabró come già accaduto lo scorso 23 marzo”. (LaPresse)