ROMA – “Se ci sono le condizioni noi pronti alla riapertura il 4 maggi”. Lo ha detto il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana che ha sottolineato: “Nell’ipotesi in cui l’evoluzione del virus dovesse andare in senso positivo e ci fossero le condizioni, noi il 4 maggio dovremo essere pronti per la riapertura, purché non prescinda mai dalla sicurezza dei nostri cittadini e lavoratori. La condizione ineludibile per parlare di riapertura è che ci sia il via libera della scienza. Se la scienza ci dirà bisogna stare chiusi staremo chiusi, però allo stesso tempo non possiamo farci trovare impreparati”.
Proposta accettata
Il governatore ha affrontato anche le inchieste aperte in merito alle morti verificatesi nelle RSA lombarde e su eventuali errori commessi: “Noi – ha dichiarato il leghista – abbiamo fatto una delibera che è stata proposta dai nostri tecnici. Sono stati i nostri esperti che ci hanno detto che a determinate condizioni, e cioè che esistessero dei reparti assolutamente isolati dal resto della struttura e addetti dedicati esclusivamente ai malati Covid, la cosa si poteva fare. Noi abbiamo fatto questa proposta e le case di riposo che avevano queste condizioni hanno aderito. Non bisogna dimenticare che la scelta è stata fatta perché non avevamo più posti negli ospedali per ricoverare la gente che non poteva più essere curata a casa. Però sono stati i nostri tecnici che ci hanno fatto la proposta, che hanno valutato le condizioni delle singole case di riposo e noi ci siamo adeguati”.
Per fase 2 risponda il governo
Sulla fase 2 Stefano Bonaccini, presidente della regione Emilia Romagna, rimanda al governo la decisione: “È il governo che ha l’ultima parola sulla ripartenza delle fabbriche. Le regioni possono solo fare proposte sulle filiere strategiche nel loro territorio. Sulla ripresa bisogna continuare a gestire un’emergenza sanitaria che resta difficile. Non ho intenzione di fare polemiche, voglio invece dare una mano per arrivare presto a un Piano per il Paese. Di cui c’è bisogno”. Poi in merito ad una eventuale ripartenza delle attività suddividendola per aree geografiche ha aggiunto: “Penso non sia il momento delle divisioni. Serve unità. Né mi permetto io di indicare quale sia la strada giusta per le altre regioni. Il governo ha giustamente l’ultima parola. Per parte nostra vogliamo dare una mano a definire un Piano Paese: costruire accordi territoriali per una ripartenza sicura. In Emilia Romagna abbiamo deciso con le parti sociali che metteremo a punto un progetto per far ripartire gradualmente le filiere a valenza internazionale e i cantieri delle opere pubbliche”.