Coronavirus, tornano a salire i contagi e i morti. Locatelli: “Fase 2? La decisione deve essere presa a livello nazionale”

Coronavirus, i nuovi dati sull'Italia tornano a parlare di un aumento di contagi e decessi.

ROMA – Coronavirus, i nuovi dati sull’Italia tornano a parlare di un aumento di contagi e decessi. L’incremento dei nuovi positivi è di 1615 unità, secondo quanto riferito dalla Protezione Civile nella consueta conferenza stampa.

Nella giornata di ieri, invece, il numero dei nuovi positivi era aumentato di 1195 unità. Gli attualmente positivi sono 96.877 per un numero di casi totali, dall’inizio dell’epidemia, di 143.626.

Risale anche il numero dei decessi: nelle ultime 24 ore è stato di 610 unità, superiore, dunque ai 542 di ieri. Il totale delle morti giunge a 18.279.

Rimane sempre alto il numero dei guariti: nell’ultima giornata sono stati 1979, un dato inferiore ma comunque in linea con quello di ieri che era di 2099. Il totale arriva a quota 28.470. Buone notizie, ancora, dalle terapie intensive: i ricoverati sono 3605, 88 in meno rispetto a ieri.


“Oggi pur nel numero ancora importante di decessi registrati ci sono dieci regioni localizzate principalmente al centrosud e la provincia di Bolzano sono sotto le dieci unità. E’ un successo importante largamente attribuibile alle performance delle misure di restrizione oltre che alla capacità del Ssn”. Lo ha detto Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di sanità, che ha affiancato Borrelli nella conferenza stampa.

E in vista della Pasqua e della Pasquetta, ha chiarito Locatelli, “ognuno di noi deve rispettare rigorosamente le indicazioni”.

La speranza di molti cittadini è che la fase 2 non tardi ad arrivare. Il professore frena su scelte da prendere a livello regionale: “Le decisioni politiche dovranno, a mio avviso, avere carattere di ordine nazionale, valutando piuttosto i profili di rischio dei vari lavoratori”. Locatelli fa anche due esempi. Uno di lavoro a rischio più elevato come “l’assistente alla poltrona dentistica o la parrucchiera” e un altro all’opposto come “chi si occupa di silvcoltura”. “Sulla riapertura o meno degli asili nido e delle scuole materna e settembre personalmente – ha continuato il professore – credo sia prematuro anche solo ipotizzare scelte per uno scenario di settembre. Auspico che questo problema non si ponga. Per quanto riguarda la ripresa della didattica frontale in questo anno scolastico le decisioni spettano al ministro dell’Istruzione e al presidente del Consiglio. Fra gli scenari che abbiamo valutato come Comitato tecnico scientifico c’è anche l’impatto della riapertura delle scuole”. 

Per quanto riguarda i test sierologici “il campionamento sarà effettuato su sei fasce di età che abbiamo deciso di considerare grazie all’indicazione di Istat”.


“Credo che sia assolutamente importante che in questo momento ognuno faccia quello che è chiamato a fare. I membri del Comitato tecnico scientifico forniscono orientamenti, il decisore politico ha la necessità, l’obbligo e l’onere delle scelte politiche. Questo rapporto dialogico con la chiare distinzione dei ruoli l’ho sempre trovato molto netto. Tutto quello che riguarderà politiche di riaccensione delle attività produttive non essenziali andrà fatto con molta cautela per evitare che andiamo incontro alla seconda ondata. Ed è la posizione che è stata ripetutamente espressa dal ministro della Salute”.

LaPresse

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome