A Palazzo Chigi il governo lavora al Decreto liquidità per le imprese. Un estremo tentativo per salvare l’economia nel nostro Paese messa letteralmente in ginocchio dalla pandemia. Il documento verte sugli strumenti messi a punto dall’Ue, come ad esempio Mes ed Eurobond. Si valutano le “soglie di garanzia sui prestiti alle imprese” dopo il diktat di Confindustria, che segnala un crollo delle attività produttive che non si registrava dalla fine degli anni Settanta.
Gualtieri, si lavora a soglie di garanzia
“Stiamo finalizzando il decreto sulla liquidità – ha detto il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri – garantiremo prestiti fino a 800 mila euro al 100% e aumenteremo le garanzie al 90% per 200 miliardi di prestiti fino al 25% di fatturato delle imprese di tutte le dimensioni”. In queste ora il M5S spinge affinché ci sia le garanzie al 100% sui prestiti alle imprese mentre il governo vorrebbe prendere in considerazione il Mes light come una concessione per raggiungere gli eurobond, almeno per finalità specifiche. I punti cardine sono del Decreto ‘salva imprese’ sono: rinvio delle scadenze fiscali, sostegno agli Enti Locali, all’agricoltura e al turismo, tutele del sistema sanitario, misure per la casa, come i 46 milioni per il sostegno agli affitti, estensione del bonus ai professionisti e il reddito di emergenza. Il premier Giuseppe Conte vuole e che le imprese abbiano un accesso più semplice ai finanziamenti fino a 200 miliardi oltre a un sostentamento al reddito dei cittadini che ne sono sprovvisti. “Non si parta dalle cifre – ha detto alle opposizioni Gualtieri – ma dal merito, facciamo un percorso insieme e arriviamo alla cifra, passando subito alla fase operativa”.
Da Salvini no al Mes
E Massimiliano Romeo e Riccardo Molinari, capigruppo della Lega sottolineano che “per ora, abbiamo ascoltato tante belle parole, ma noi e gli italiani, aspettiamo fatti concreti, tempi certi”. E il leader le Carroccio Matteo Salvini ci va cauto nel riporre fiducia nell’Europa: “Mai pronunciare la parola Mes – ha detto – perché poi le condizioni possono cambiare in corso d’opera, quindi sarebbe ipotecare il futuro, il lavoro, i risparmi e la speranza dei nostri figli e degli italiani”.