Coronavirus, in Italia in un giorno oltre 2mila malati in più: 1045 i guariti

Foto Valerio Portelli / LaPresse Nella foto: Angelo Borrelli

MILANO – Nel giorno in cui l’Organizzazione mondiale della Sanità ha dichiarato la pandemia, galoppa il contagio del coronavirus. Sono 10.590 i malati complessivi di Covid 19, quelli ricoverati con sintomi 5.838 e 3.724 sono in isolamento domiciliare, mentre i guariti sono in tutto 1.045 di cui 41 nelle ultime 24 ore. Nel bollettino quotidiano il capo della protezione civile Angelo Borrelli ha poi precisato che il numero di malati è aumentato di 2.076 unità rispetto a ieri e quello complessivo dei contagiati – comprese le vittime e i guariti – ha raggiunto quota 12.462.

In aumento anche i decessi da Nord a Sud

Sono complessivamente 827, 196 in più nelle ultime 24 ore, di cui la maggior parte nelle regioni del Nord. I record negativo di pazienti contagiati spetta ancora una volta alla Lombardia, con 7.28 0 casi complessivi, seguita dall’Emilia Romagna con 1.739 e dal Veneto con 1.023 contagiati. E ancora i casi sono 501 in Piemonte e 479 nelle Marche. Seguono i 320 pazienti della Toscana, i 194 della Liguria. In Campania i casi sono 154, 150 in Lazio, 126 in Friuli Venezia Giulia, 77 in Puglia e provincia Trento, 75 in provincia Bolzano, 83 in Sicilia, 46 in Umbria, 38 in Abruzzo, 37 in Sardegna, 20 in Valle d’Aosta, 19 in Calabria, 16 in Molise e 8 in Basilicata.

I malati in terapia intensiva sono 1.028, rispetto a ieri 151 in più

Per Giovanni Rezza, direttore del Dipartimento di malattie infettive dell’Iss,”guardando l’intero genoma del virus, si vedono solo piccole mutazioni. A differenza di quanto è stato scritto, non è diventato più aggressivo”. Dati allarmanti ma che potrebbe essere soggetto a variazioni: la conferma arriverà solo dopo che l’Istituto Superiore di Sanità avrà stabilito la causa effettiva del decesso.

Poche le regole da rispettare per limitare il contagio

“Il consiglio è sempre lo stesso – ha sottolineato Borrelli – uscire per lo stretto necessario e indispensabile e anche chi esce a piedi deve portare l’autocertificazione”. “Avevamo detto che i dati della Lombardia erano parziali e oggi abbiamo numeri che fanno sì che i dati possano apparire come un numero elevato, ma in realtà la crescita odierna è nel trend dei giorni scorsi”, rassicura Borrelli, sottolineando che in pratica, tra i contagi figurano anche 600 sono malati di cui ieri non erano disponibili i dati.

Sul fronte italiano, la dichiarazione dell’Oms di pandemia non cambia molto, spiega Rezza. “Noi – dice – quello che dovevamo fare lo stiamo facendo” ma la misura dell’Oms “è un invito agli stati membri ad intervenire in maniera molto ma molto più restrittiva” rispetto alle misure attualmente in vigore. In Italia, ormai diventata tutta ‘zona protetta’, ci sono regioni che invocano misure più stringenti. Prima tra tutte la Lombardia che vuole passare a un livello successivo: chiudere uffici e fermare bus e metro, abbassare le saracinesche di locali e negozi ad eccezioni di alimentari e farmacie. Un’ipotesi su cui il commissario Borrelli si è detto possibilista.

Quanto all’impiego dell’Esercito per far rispettare il Dpcm già in vigore ha sottolineato che “un controllo c’è, ma voglio ricordare che ci deve essere un comportamento responsabile da parte di ognuno di noi”. E mentre Milano si prepara al blocco delle attività, le misure più severe chieste dalla Lombardia potrebbero essere estese presto a tutta l’Italia. Anche il Piemonte è pronto a chiudere tutto. Il governatore Alberto Cirio ha detto che “se il governo deciderà che la Lombardia farà questo passo credo che anche il Piemonte dovrà in qualche modo essere compreso”. (LaPresse)

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