ROMA – Fumo nero quello che esce dal comignolo dopo l’incontro tra il centrodestra e Giuseppe Conte. Il confronto era stato concordato per affrontare con la massima intesa l’emergenza sanitaria e economica che l’ Paese sta attraversando dovuto al covid-19. Un incontro non andato a buon fine che ha visto le parti ‘divise’ sulle misure da prendere per tirare fuori la nazione dal contagio da Coronavirus.
Le richieste
Avevano le idee ben chiare i rappresentanti del centrodestra su cosa portare sul tavolo di Conte. Misure drastiche che sarebbero servite al Paese, questa la loro tesi, per risorgere dalle ceneri. Secondo l’opposizione è necessario “fare dell’Italia per due settimane una vera zona rossa, dove possano operare e lavorare solo i servizi essenziali; tutelare economicamente sia i cittadini che le aziende con un piano di intervento ‘imponente’ e nominare un Commissario straordinario con poteri di ordinanza”. Queste le richieste che pare abbiano fatto storcere il naso al premier.
Matteo Salvini
Al termine dell’incontro in una conferenza stampa improvvisata fuori Palazzo Chigi, il primo a parlare è stato Matteo Salvini, apparso tutt’altro che soddisfatto dall’esito del vertice: “Finalmente qualcuno ci ha ascoltato – ha dichiarato il leader del Carroccio -. Esco però preoccupato perché abbiamo portato al tavolo la voce di medici, sindaci, lavoratori che chiedono misure drastiche subito senza eccezioni. Chiudere tutto adesso, salvando i settori strategici, per ripartire sani fra poco. La risposta è stata ‘no’. È il momento delle scelte drastiche. Temiamo che qualcuno sottovaluti l’emergenza sanitaria”. E ha aggiunto: “Ci hanno detto: vi faremo sapere. Noi come coalizione stiamo dimostrando responsabilità, voglia di dialogo e compattezza. Non sono contento di quello che ho sentito, non ci sono tempi certi per l’economia e non si rendono conto dell’emergenza sanitaria. Se mi chiedete se sono contento dell’incontro vi dico ‘no’”.
Giorgia Meloni
“Non ci sono state risposte chiare – ha aggiunto la leader di Fratelli d’Italia – Abbiamo chiesto misure certe e definitive. Riteniamo che sarebbe più utile chiudere tutto per 15 giorni. Pensiamo inoltre che serva commissario straordinario, una figura forte che possa occuparsi di tutta l’emergenza, che abbia anche poteri ordinamentali. Il presidente del Consiglio ha aperto ad una nomina di un commissario, ma nulla di più. Non è detto che questo accadrà. Crediamo – ha aggiunto – che servano risorse molto più ingenti di quelle stanziate dal governo. I 7,5 miliardi sono inadeguati per questa emergenza: sono meno di quanto spendiamo per il reddito di cittadinanza. Noi abbiamo parlato almeno di 30 miliardi che comunque consideriamo un punto di partenza. Abbiamo chiesto approfondimenti ulteriori. Vediamo di cercare più risorse ha risposto il ministro Gualtieri”.
Antonio Tajani
A parlare dopo l’incontro è stato anche il forzista Antonio Tajani: “Ci auguriamo che il governo decida in tempi rapidi di avere una zona rossa in tutta Italia. Non è stato escluso che possa accadere in futuro, ma non abbiamo tempo da perdere. Non bastano gli investimenti. Conte e Gualtieri ci hanno assicurato che questo non è che l’inizio, ma noi vogliamo vederlo nero su bianco. Abbiamo detto 30 miliardi ma è solo l’inizio per noi. Gli italiani hanno bisogno di sapere cosa possono fare: c’è ancora confusione. Serve un Commissario straordinario. C’è stata un’apertura ma vedremo, speriamo sia una figura di alto profilo”.
L’attacco all’Europa
Non si sono lasciati scappare l’occasione per attaccare l’indifferenza di Bruxelles, Matteo Salvini e Giorgia Meloni: “Sullo sfondo di tutto c’è il silenzio dell’Ue che pensa più al Mes che al virus e che dimostra ancora una volta la sua lontananza dagli italiani”. E la leader di Fratelli d’Italia ha aggiunto: “L’Europa è totalmente assente, deve svegliarsi. Abbiamo inoltre chiesto che lunedì all’Eurogruppo non si discuta del fondo salva-Stati”