Coronavirus, lieve calo dei morti. In 24 ore registrati mille e 127 nuovi contagi

I dati della protezione civile

Foto Claudio Furlan - LaPresse 09 Aprile 2020 Milano (Italia) News Conferenza Stampa del Ministro Francesco Boccia e del capo del Dipartimento della Protezione Civile Angelo Borrelli a Palazzo Marino.Nella foto: Angelo Borrelli Photo Claudio Furlan/LaPresse 09 Aprile 2020 Milano (Italy) Press conference of Minister Francesco Boccia and Angelo Borrelli at Palazzo Marino. In the photo: Angelo Borrelli

Nelle ultime 24 ore sono 1.127 i nuovi positivi al Coronavirus in Italia. Un dato più alto, numericamente, rispetto a ieri, 675 unità, ma che è basato su un numero di tamponi quasi doppio. Quindi possiamo parlare di dati sostanzialmente stabili. Nelle ultime 24 ore i test sono stati 43.715 contro i 26.779 di ieri.  Il totale degli attualmente positivi sale a 105.418, mentre i casi totali dall’inizio dell’epidemia a 165.155.

Lieve calo per i decessi: sono stati 578, ovvero 24 in meno rispetto ai 602 di ieri. Il totale delle morti sale così a 21.645.

Nelle ultime 24 ore sono 1.127 i nuovi positivi al Coronavirus in Italia. Un dato più alto, numericamente, rispetto a ieri, 675 unità, ma che è basato su un numero di tamponi quasi doppio. Quindi possiamo parlare di dati sostanzialmente stabili. Nelle ultime 24 ore i test sono stati 43.715 contro i 26.779 di ieri.  Il totale degli attualmente positivi sale a 105.418, mentre i casi totali dall’inizio dell’epidemia a 165.155.

Lieve calo per i decessi: sono stati 578, ovvero 24 in meno rispetto ai 602 di ieri. Il totale delle morti sale così a 21.645.

Calano però anche i guariti: sono 962 nelle ultime 24 ore a fronte di 1695 ieri. Il totale delle persone guarite sale a 38.092 unità. Sempre in calo il numero dei pazienti in terapia intensiva: si sono liberati 107 posti nelle ultime 24 ore.

Gli interventi di Borrelli e Guerra

La somma raccolta sul conto corrente della Protezione civile è ad oggi di 125.522.639 euro, e ad oggi ne sono stati spesi più di 31mln per dispositivi di protezione individuale.

Ad affiancare Angelo Borrelli nella conferenza stampa di ieri è stato Ranieri Guerra. L’espoerto ha affrontato il tema mascherine: utilizzarle per strada “è fuori raccomandazione” dell’Oms, mentre diverso è il discorso con “il raggruppamento di persone all’interno di strutture chiuse”. “Nel capire quando e quante mascherine usare – ha dichiarato il direttore generale aggiunto dell’Oms – molto dipenderà dalle strutture nelle quali i lavoratori torneranno ad operare, e dalla capacità di mantenere il distanziamento”.

Che in altri Paesi “vengano curati meglio ne dubito fortemente, il nostro è un sistema sanitario all’avanguardia e questo deve essere chiaro a tutti. Questo è un virus che ha colpito tutti quanti, ma più duramente alcune classi di età e alcune morbosità preesistenti”

Sembra al momento che l’epidemia stia avendo percorsi diversi nelle varie nazione. Ma, ha chiarito sempre Guerra, andrà fatta una analisi del “denominatore di popolazione vero, non quello dei tamponi fatti”. “Sincermente credo che quando avremo tutti i dati veri, di popolazione, di tutti i Paesi, avremo una normalizzazione delle curve, saranno tutte estremamente simili – aggiunge -. Non è un virus patriotico che colpisce alcune etnie, ma vedrete che verso la fine dell’anno avremo una normalizzazione dei dati”.

Tema sentito è quello dei test sierologici. “Ci sono almeno 4-5 tipi che verranno valutati dal commissario per l’approvvigionamento Domenico Arcuri, e ptoranno essere adottati per un campionamento della popolazione, in modo da comprendere se una persona è immune al coronavirus. Sulle caratteristiche del test – ha aggiunto il direttore dell’Oms – entriamo in problema di natura scientifica e di tecnologia”, ha detto Guerra, spiegando che al momento non sembrano soddisfacenti i test fatti sul sangue periferico, mentre paiono più promettenti quelli su sangue venoso. “Il test perfetto non esiste, abbiamo approssimazioni che arrivano oltre il 95%”.

Per quanto riguarda le Rsa, “sicuramente ci sono standard preventivi che devono essere molto più cogenti. Servono procedure vincolanti”. Guerra sottolinea la necessità di “un forte e duraturo rafforzamento del reparto territoriale della sanità” e aggiunge “bisogna pensare che un dipartimento di prevenzione e una rete di strutture capace di erogare vaccinazioni in maniera capillare e di tracciare contatti subito e portare diagnostica a domicilio” è indispensabile in una fase di ‘riapertura’.

A Guerra è stata chiesta una riflessione sul taglio proposto da Trump all’Oms: “Bisogna vedere se la minaccia si trasforma in realtà”. Il presidente Usa ha dichiarato di voler sospendere il sostegno all’Organizzazione mondiale della sanità per aver “fallito” nella partita contro il Covid-19. “L’agenzia non ha un’autonomia decisionale su quello che vuole fare – aggiunge -. Ci sono elementi di controllo nella governance dell’Oms che sono estremamente capillari, dal punto di vista contabile ai risultati di campo. Queste sono cose che vanno capite, altrimenti si pensa che il direttore generale abbia la possibilità di dichiarare una pandemia quando gli salta per la testa”.

“L’agenzia – ha proseguito – non ha avuto una caduta di immagine, il Regno Unito ha donato 200 milioni di sterline pochi giorni fa”, quindi “attenzione a quello che diciamo, perché anche gli Usa sono parte del processo decisionale”

Per un campionamento della popolazione e della diffusione del virus, “il tentativo è di avere un unico test, in modo da consentire la riproducibilità e la standardizzazione” dei dati raccolti in diversi contesti lavorativi e geografici. “Mi auguro, spero, e sono convinto che il test identificato dal commissario (Domenico Arcuri) sarà uno per tutta l’Italia -ha sottolineato il dirigente dell’Oms-. In una situazione a regime, invece, i test possono anche essere diversi: quando si tratterà dello screening dei lavoratori, ad esempio, dipenderà da ciascuna amministrazione”.

 (LaPresse) 

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome