ROMA – L’Italia si rimette in moto, o almeno ci prova, dopo la chiusura forzata di tutte le attività commerciali. Una ripresa complessa quella dell’economia del nostro Paese senza un adeguato apporto economico da parte dello Stato, come invece avvenuto in altri Paesi europei. E dopo il “buco nell’acqua” così definito da Salvini e Meloni di ieri con l’Ue con il Mes e il Recovery Fund
La ripresa a scaglioni
Via alla Fase 2, dunque, che prevede un graduale approccio alla ripartenza. La data prevista da Palazzo Chigi è quella del 4 maggio, e già lunedì 27 ci potrebbe essere un primo assaggio di ripartenza, ma solo per alcuni settori che presentano un basso rischio di contagio e in rispetto delle tabelle Inail in possesso dei protocolli di sicurezza. Il riferimento è a tre settori nello specifico: automotive, componentistica e moda.
Il 4 maggio
Via il 4 il via a quei servizi che presentano comunque il più baso indice di rischio contagio, al settore manifatturiero e tessile, costruzioni e commercio all’ingrosso con obbligatorio del rispetto delle nuove misure di sicurezza: turni scaglionati per entrata e uscita, postazioni di lavoro distanziate, misurazione della temperatura all’ingresso. Numero limitato per chi viaggia con i mezzi pubblici e rispetto delle distanze mediante l’utilizzo alternato dei posti. Previste molto probabilmente anche le misurazione della temperatura nelle stazioni e tariffe differenziate nelle diverse fasce di orario. Ovvio l’uso della mascherina ovunque si vada.
L’11 maggioRiapertura invece prevista l’11 maggio per il commercio al dettaglio come abbigliamento e calzature dove ci sarà l’obbligo di sanificazione dei prodotti. Anche parrucchieri e centri estetici dovrebbero avere il via libera alla ripresa sempre con il rispettato del rapporto di uno a uno, ovvero un operatore e un cliente, oltre alla sterilizzazione degli strumenti di lavoro
18 maggio
Via il 18 maggio alla ristorazione: bar e ristoranti riprenderanno l’attività ma solo grazie al servizio di asporto. Ancora da definire invece l’apertura di attività come cinema, teatro, discoteche, concerti.
Il buco nell’acqua
La montagna ha partorito il classico topolino. La teleconferenza di ieri dell’Ue a cui hanno preso parte tutti i capi di Stato dell’Ue ha rimandato alla Commissione europea il compito di presentare una proposta sul famigerato ‘Recovery Fund’ voluto dalla Francia con data prevista entro il 6 maggio prossimo. Ovvero l’istituzione di un ‘fondo di salvataggio’ che dovrebbe racchiudere la cifra intorno ai 1000 miliardi di euro da distribuire ai Paese la cui economia è stata letteralmente affossata dalla pandemia. Soddisfatti Conte e Gualtieri al temine della videoconferenza. In realtà la Francia ha punto su un piano non solo di prestiti ma anche di erogazione di soldi a fondo perduto, condiviso anche dalla stessa Italia per bocca del ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri. Ma il no secco dei paesi dell’Europa del nord, Germania in testa, ha complicato enormemente le cose. Ai fondi stanziati in un determinato lasso di tempo dovrà seguire l’adeguato rimborso, che sembrerebbe tutt’altro che una panacea per le finanze del Belpaese. La von der Leyen sarebbe orientata verso una tipologia di ‘sistema misto’ fatto di bond e risorse del bilancio, con trasferimento di soldi a fondo perduto e prestiti.
Opposizione preoccupata
Dura la risposta dell’opposizione con il leader della Lega, Matteo Salvini e di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni che hanno definito l’esito dell’incontro idi ieri “un buco nell’acqua”. Per Salvini si è trattato di “sconfitta, fallimento, disfatta, oltretutto avendo impedito al Parlamento di votare, violando la legge. Le promesse del governo di non usare il Mes? Gli impegni, gli attacchi, le promesse di Conte? Erano solo fake news. Ladri. Ladri di futuro, di democrazia, di libertà. Noi ci siamo e non ci arrendiamo. Approvato il Mes, una drammatica ipoteca sul futuro dell’Italia e dei nostri figli. Di tutto il resto, come il Recovery Fund, si parlerà solo più avanti, ma già si delinea una dipendenza perenne da Berlino e Bruxelles”. Sulla stessa linea Giorgia Meloni di Fratelli d’Italia: “Conte ci aveva abituato a conferenze stampa fiume per decantare le lodi dei suoi provvedimenti, tutti peraltro di scarsissimo impatto. Il fatto che abbia liquidato in pochi minuti gli esiti di un appuntamento fondamentale è una dimostrazione, temo, dell’ennesimo buco nell’acqua a livello europeo. Forse in fondo se ne vergogna anche lui”. E aggiunge: “Mentre il Fondo per la ripresa viene declinato al futuro e con contorni ancora tutti da definire, l’unica cosa certa e’ che tra pochi giorni sarà operativo il Mes con le sue condizionalità tutt’altro che light”.