ROMA – “Se il Parlamento dovesse valutare la possibilità, io non mi opporrei”. E’ una delle promesse del premier Giuseppe Conte. “Riaperture anticipate nelle Regioni? Siccome ora ci sono soglie definite di allarme, siamo in condizione di studiare un’eventuale anticipazione delle aperture per ulteriori attività con differenziazioni geografiche. In presenza di un protocollo di sicurezza per spazi, ambienti e attività – ha aggiunto il premier -, si potrà decidere di anticipare le aperture di centri estetici, parrucchieri, ma anche teatri”.
Bce, libera di agire
E sulla sentenza della Consulta tedesca, Conte sottolinea che “il programma di acquisti di titoli di Stato da parte della Bce era già stato approvato e ritenuto legittimo dalla Corte di Giustizia Europea. Non spetta a nessuna Corte costituzionale decidere cosa può fare o no la Bce. La cui indipendenza è il fulcro dei trattati europei”. Affronta anche il recovery fund: “Entriamo nel vivo ora. C’è un’istanza più ambiziosa di Italia, Spagna, Francia, continueremo a batterci perché prevalga. Resto convinto che il Mes non ci serva”. Poi un accenno al referendum: “La finestra elettorale più adatta rimane quella autunnale”.
Caduta Pil
In merito alla situazione economica disastrosa nel nostro Paese causata dal coronavirus Conte sostiene che “con on una tale caduta del Pil, gli effetti economici saranno molto dolorosi”. E promette che nel prossimo Dpcm “le ristrutturazioni di immobili a costo zero attraverso il credito di imposta, e la norma che distribuirà 3 miliardi ai Comuni per sbloccare lavori di manutenzione e opere pubbliche. In più il governo sta lavorando al piano straordinario per l’edilizia scolastica e a un piano estivo per i bambini”.
Prestito alle aziende
“Le banche – ha detto in merito al prestito alle aziende – temono di essere coinvolte un domani nel concorso in reati collegati alla bancarotta. In pratica di aver contribuito a tenere artificiosamente in vita aziende già decotte. Il governo lavorerà per trovare una soluzione equa”. Per cui il governo sta pensando a un piano di nazionalizzazioni “che richiama epoche passate, ma possiamo arricchire il ventaglio dei sostegni alle imprese, in alcuni casi anche attraverso capitale, finanziando direttamente l’impresa per facilitare investimenti produttivi e consentire il consolidamento dell’organismo societario”.
Sport: piano condiviso
“Si deve avere un quadro condiviso della ripresa delle attività sportive. E per questo motivo – ha aggiunto – saranno convocati dal governo anche il mondo dello sport e del calcio: Per fare il punto, raccoglieremo le istanze della Federcalcio e delle altre federazioni. C’è il ministro Spadafora, che ha fatto un ottimo lavoro, – aggiunge – ma è giusto che tutti gli ‘stakeholders’ del calcio e dello sport abbiano un confronto col governo ai massimi livelli. Ovviamente – conclude – tenendo presenti le raccomandazioni del Comitato tecnico-scientifico”.