Coronavirus, Trump contro la Cina: “Terribile errore e voleva insabbiarlo”

In contemporanea, a sostegno delle accuse, è emerso un rapporto del dipartimento di Sicurezza interna

Foto Alex Brandon / AP in foto Donald Trump n.

TORINO – Washington torna a soffiare sul fuoco del sentimento anti-cinese degli statunitensi, in quello che per molti è un tentativo di scrollarsi di dosso le accuse di mala-gestione della crisi del Covid-19 e di farle ricadere su Pechino. Il presidente Donald Trump, in un’intervista a Fox News, ha dichiarato che la pandemia deriverebbe da “un terribile errore” della Cina, che non lo vorrebbe ammettere. “Personalmente credo che abbiano fatto un terribile errore e non volessero ammetterlo”, “hanno tentato di nasconderlo”.

Trump accusa la Cina

Frasi che si sono sommate a quelle del segretario di Stato Mike Pompeo (ma in realtà a loro volta eco di precedenti dichiarazioni dello stesso Trump). Il coronavirus, che ha contagiato almeno 3,5 milioni di persone e ne ha uccise 250mila nel mondo, sarebbe sfuggito a strutture “mal gestite” di Wuhan. Il tycoon ha poi rincarato dicendo che il suo governo lavora a un rapporto sulle origini del virus e su come l’Istituto virologico di Wuhan potrebbe essere coinvolto. Dossier che, promette, “sarà davvero determinante”.

Solo una strategia?

Quella di Trump è, secondo vari esperti, una strategia con risvolti elettorali in vista delle presidenziali di novembre, pensata per rinsaldare la propria popolarità e capitalizzare alle urne la diffusa e costante ostilità verso la Cina. Ma, anche, una mossa che minaccia di mandare in frantumi la tregua nella guerra commerciale tra Pechino e Washington, raggiunta poco prima che la Cina a fine gennaio cominciasse a ‘chiudere’ la sua economia per far fronte alla pandemia.

La Cina respinge le accuse

Pechino, di nuovo, respinge le accuse come “infondate”. Se Pompeo ha le “enormi prove” di cui ha parlato, hanno scritto i media di Stato, le “presenti al mondo. Soprattutto agli americani che l’amministrazione continua a voler prendere in giro”. La verità è “che Pompeo ha bluffato”. Il Global Times nell’editoriale rincara: “Mentre la campagna elettorale Usa prosegue, l’amministrazione Trump applica una strategia destinata a sviare l’attenzione dell’incompetenza mostrata nella lotta alla pandemia” e “incolpare” la Cina. E “l’obiettivo finale è vincere le elezioni. Se rabbia e insoddisfazione pubblica emergessero per l’incompetenza di Washington”, “allora Trump perderebbe le elezioni”.

Il rapporto del dipartimento di Sicurezza

In contemporanea, a sostegno delle accuse, è emerso un rapporto del dipartimento di Sicurezza interna. In quattro pagine, datato 1° maggio, afferma che i leader cinesi “nascosero intenzionalmente la gravità” della pandemia a inizio gennaio. Mentre accumulavano scorte mediche: aumentarono le importazioni e diminuirono le esportazioni di forniture sanitarie, tentando intanto di nasconderlo. Cronologia: la Cina informò l’Oms dell’epidemia il 31 dicembre, contattò i Centers for Disease Control degli Stati Uniti il 3 gennaio e identificò pubblicamente il nuovo coronavirus l’8 gennaio. Le autorità di Pechino zittirono i medici che lanciavano l’allarme nel Paese e ripetutamente sminuirono la minaccia legata al virus. Ma molti passi falsi sembrano causati dalla burocrazia: non ci sono prove pubbliche che mostrino un complotto intenzionale sulle forniture mediche.

(LaPresse/AP)

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