Corruzione in Municipio, la Procura: Barbato al soldo dell’entourage di Lusini. L’elenco dei 15 indagati e nuovi dettagli dell’inchiesta

L’inchiesta ha fatto emergere che Caserta (non indagato) da consigliere avrebbe concordato con i due ex sindaci la nomina di un tecnico

TEVEROLA – La lottizzazione Schiavone, la realizzazione di palazzo Miniero, i lavori in via Verde: sono i principali temi dell’inchiesta, coordinata dalla Procura di Napoli Nord, che rischia di far scattare i domiciliari per due ex sindaci, consiglieri in carica, imprenditori e tecnici.

La nomina del tecnico

Il lavoro dei carabinieri di Aversa, però, non si è limitato a tracciare le presunte condotte illecite relative a quelle tre opere, riguardanti il periodo in cui a dirigere l’amministrazione c’era Tommaso Barbato. L’attività dei militari ha monitorato le azioni degli indagati anche in relazione alla strutturazione dell’ufficio Tecnico. E nel farlo è emersa, a margine, anche la figura di Gennaro Caserta. Quest’ultimo (non indagato), attuale primo cittadino, ha potuto contare alle Comunali di giugno su Barbato, candidato consigliere – ed eletto – della lista Futura Teverola e sul sostegno ‘esterno’ di Biagio Lusini.
Cosa è emerso? I carabinieri affermano che Caserta, Lusini, Barbato, Crescenzo Salve, Biagio Pezzella e Gennaro Pitocchi (progettista della lottizzazione Schiavone) avrebbero concordato la nomina di un tecnico (ritenuto vicino a Pitocchi) con l’obiettivo di ottenere immediatamente l’approvazione delle delibere, cioè una figura che avesse soddisfatto le loro richieste amministrative senza opporre resistenza.

La tesi dei pm: Barbato era Lusini-dipendente

Soffermandoci ancora su ciò che sarebbe successo prima dell’arrivo di Caserta alla guida del Municipio (che, chiariamo, è estraneo alle ipotesi di reato contestate a Lusini e compagnia), intercettazioni, appostamenti e analisi documentali hanno indotto gli investigatori a ritenere che Barbato avesse sostanzialmente abdicato nel ruolo di sindaco (conquistato nel 2019( demandandolo a Lusini, leader del gruppo ‘Teverola Città’, che in Assise formalmente sedeva nei banchi della minoranza (fino al gennaio 2022 – poi si dimise). Cosa avrebbe determinato questo cedere, di fatto, i poteri amministrativi a quello che era stato il suo ex avversario? La Procura lo spiega muovendo accuse pesantissime a Barbato: l’allora primo cittadino sarebbe stato spinto da continue richieste di utilità e denaro contante, circostanza che lo rendeva, affermano gli inquirenti, al soldo di tutto l’entourage politico-imprenditoriale che gravava proprio nell’orbita di Lusini. E sempre Lusini, pur non avendo dal 2022 un ruolo attivo in Comune, sarebbe riuscito a determinare le scelte strategiche dell’amministrazione, ha messo nero su bianco la Procura, in funzione dei suoi interessi economici. Gli investigatori sostengono pure che gli uffici comunali erano asserviti al suo volere e che sarebbe arrivato a far allontanare le figure che gli erano avverse.

Gli affari con Morra

Altro aspetto che è emerso nel corso dell’attività investigativa riguarda il suo presunto ruolo di socio occulto di Angelo Morra, l’imprenditore protagonista della lottizzazione sui terreni di Pasquale Schiavone. A sostegno di tale ricostruzione ci sono delle conversazioni di Lusini, registrate grazie a un’ambientale inserita nella sua Audi, in cui si lamentava che Morra non gli avesse liquidato le ingenti somme in denaro frutto delle opere edilizie che aveva realizzato grazie al proprio supporto ‘politico-amministrativo’.

Le richieste di arresto

I pm Patrizia Dongiacomo e Cesare Sirignano, che hanno coordinato l’inchiesta riguardante le presunte condotte illecite consumate nel Comune di Teverola, hanno chiesto gli arresti domiciliari per Tommaso Barbato, sindaco dal 2019 ad aprile 2023, Pasquale De Floris, attuale capogruppo di maggioranza, Pasquale Buonpane, assessore al tempo di Barbato e adesso esponente della minoranza, Biagio Lusini, ex sindaco, Angelo Morra, costruttore, Davide Vargas, ex-dirigente dell’Urbanistica di Teverola e già assessore a Trentola Ducenta, e Pasquale Schiavone, 80enne di Teverola. I sette affronteranno un interrogatorio cautelativo, con l’accusa di corruzione, dinanzi al gip Daniele Grunieri la prossima settimana: una volta ascoltati, il giudice valuterà se accogliere o meno la proposta dei pm

L’elenco dei 15 indagati

Sono coinvolte nell’inchiesta anche altre 8 persone, per le quali, però, non è stata avanzata richiesta di misura cautelare. Chi sono? Il tecnico Nicolino Botti, 75enne del salernitano, Teresa La Palomenta, 61enne di Caserta, Giovanni Miniero, 56enne di Aversa, Alessandro Pisani, 35enne di Aversa, Gennaro Pitocchi, 66enne di Aversa, Crescenzo Salve, 57enne, Massimiliano Schiavone, 55enne di Gricignano d’Aversa, e Biagio Pezzella, 59enne di Aversa. I 15 indagati sono tutti da ritenere innocenti fino a un’eventuale sentenza di condanna irrevocabile.

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