Corruzione negli appalti Asl, marito e moglie condannati

Feliciano Piccolo e Giovanna Corvino

CASAPESENNA – Corruzione, frodi, riciclaggio e utilizzo di fatture false per pagare meno tasse: erano le attività che, secondo la Dda di Firenze, aveva messo in piedi l’associazione a delinquere, attiva dal 2013 al 2018, guidata da Alfredo De Rosa, 48enne di Casapesenna, Feliciano Piccolo, 56enne, e il fratello Leonardo, 48enne, anche loro originari di Casapesenna ma trasferirtisi da diverso tempo a Caserta. Ad accendere i fari su questa presunta cricca criminale sono stati i militari del Nucleo di polizia economico-finanziaria di Lucca: il loro lavoro, coordinato dal pubblico ministero Giulio Monferini, fece scattare nel 2018 cinque misure cautelari e il sequestro di beni per 6 milioni di euro.

Le condanne

Quell’inchiesta ha generato anche tre filoni giudiziari e per uno di essi, nelle scorse ore, si è concluso il primo grado. Come? Con la condanna, decisa dal giudice Sara Farini del Tribunale di Firenze, di Feliciano Piccolo e della moglie, Giovanna Corvino, 48enne di Casapesenna, che avevano scelto di affrontare il processo con rito abbreviato. L’uomo ha incassato 5 anni e 4 mesi di reclusione, è stato interdetto, inoltre, in perpetuo dai pubblici uffici e per 3 anni non potrà contrattare con la pubblica amministrazione. A Piccolo veniva contestata anche l’aggravante mafiosa, ma il Tribunale l’ha esclusa. Pena più lieve per Corvino: assolta dal reato di associazione a delinquere, e ritenuta responsabile solo di corruzione e impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita, ha incassato 3 anni e 4 mesi.

Gli ulteriori responsi

Il palazzo di giustizia ha pure dichiarato le società Olg.Ren, E.M. Appalti, E.M.P.A. Scavi, Edil Tre, Ndr Costruzioni, Nova Edil, P.C. Appalti e D.C. Appalti responsabili di illecito amministrativo, condannandole al pagamento di 34.400 euro ciascuna. Stessa sorte per la Edi Metal 2.0 e la Due C. Group che dovranno versare, invece, 17.200 euro a testa.

Gli scenari

Nella presunta associazione criminale, De Rosa e i Piccolo avrebbero avuto il ruolo di leader e a loro erano riconducibili, secondo la Procura, le società usate per aggiudicarsi i lavori attraverso condotte illecite. L’ipotesi di corruzione che ha contribuito a far scattare il verdetto per Corvino e per il consorte riguarda, secondo la Dda di Firenze, una presunta dazione di denaro o altra utilità data a Sebastiano Donnarumma, al tempo dirigente dell’ufficio tecnico dell’ASL 3 di Napoli. In cambio di queste elargizioni, Piccolo, Corvino e De Rosa avrebbero ottenuto da Donnarumma appalti in somma urgenza per ditte a loro riconducibili. Come? Il dirigente avrebbe violato i doveri di imparzialità e trasparenza, avendo previamente concertato con gli imprenditori l’invito a partecipare alle gare e, in altri casi, proceduto all’affidamento diretto e certificando falsamente l’esecuzione delle opere per le quali autorizzava il pagamento.

Patteggiamenti e rito ordinario

Tornando ai restanti filoni giudiziari innescati da questa indagine, c’è quello che riguarda i patteggiamenti (e tra coloro che hanno patteggiato ci sono Donnarumma e Leonardo Piccolo) e quello che interessa chi ha scelto di affrontare il rito ordinario (procedimento in corso a Lucca – su cui pende una richiesta, da parte degli avvocati, del trasferimento degli atti a Napoli per competenza territorio – che non sta decollando a causa dei recenti cambi di giudici nel collegio): tra gli imputati che stanno affrontando il dibattimento ci sono Alfredo De Rosa, Vincenzo Pellegrino, 53enne di Villa di Briano, Alberico Capaldo, 43enne di Follonica, e Oreste Tommaso Capaldo, 69enne originario di San Marcellino. In realtà, c’è anche un quarto filone che interessa Vincenzo Ferri, alias ‘o califfo, di Frignano: la sua posizione è stata stralciata ed è a giudizio a Napoli con l’accusa di concorso esterno al clan dei Casalesi. Gli imputati sono da ritenere tutti innocenti fino a un’eventuale sentenza di condanna irrevocabile.Nel collegio difensivo ci sono gli avvocati Carlo De Stavola, Francesco Carotenuto, Viviana Grottola, Francesco Stefani, Antonio Garofano, Vincenzo Maiello, Francesco Attanasio, Ferdinando Letizia e Giuseppe Stellato
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