Corruzione, nei guai il rettore della Parthenope: vacanza a Mykonos in cambio della gara ‘aggiustata’

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Antonio Garofalo

CASERTA – Il rettore dell’università Parthenope Antonio Garofalo è sotto indagine (e per questo è stato sospeso dai pubblici uffici per un anno) perché avrebbe avuto in regalo, secondo l’accusa, una vacanza di una settimana a Mykonos dopo essersi adoperato per revocare la gara di appalto per la scelta dell’aggiudicatario nel settore delle pulizie e della vigilanza, assegnato prima alla Romeo Gestioni spa e poi alla Dussman Service spa. Garofalo risponde di turbativa d’asta. Inizialmente la procura aveva contestato l’accusa di corruzione che però il gip ha superato, eliminandola dalle contestazioni. Ieri il rettore si è dichiarato “completamente estraneo ai fatti contestati”. In una nota diramata dall’Università poche ore dopo la notizia della misura interdittiva che lo ha colpito, Garofalo si è detto “convinto che questa vicenda già in parte chiarita si chiarirà’ completamente al più’ presto grazie ai virtuosi meccanismi del contraddittorio processuale nei quale ripongo fiducia.
Mi spiace di essere finito erroneamente in questa indagine nella quale figurano nomi e persone che non conosco e con le quali non ho avuto mai nulla a che fare”.

Nella nota diramata dall’Ateneo inoltre si precisa che “le accuse riguardanti la corruzione e le agevolazioni che avrebbe ricevuto il rettore
per un presunto soggiorno a Mykonos sono risultate assolutamente infondate, in quanto smentite dagli elementi forniti dalla difesa”. Garofalo è ritenuto il presunto destinatario dell’utilità unitamente ad altro pubblico ufficiale non identificato al quale Massimo Cirillo, considerato l’intermediario per la corruzione, avrebbe consegnato 30mila euro quale compenso per la modifica del bando di gara. Come riporta la stessa richiesta del pm, non si comprende però chi fossero i soggetti che avrebbero dovuto agire all’interno della pubblica amministrazione. In realtà il prezzo della corruzione versato a Garofalo consiste in un breve periodo di soggiorno a Mykonos presso una struttura nella disponibilità di Cirillo.

Secondo il gip, Garofalo ha trascorso 5/6 giorni in compagnia della sorella (non indagata) la quale ha dichiarato di aver alloggiato con suo fratello presso il piano superiore di una villetta messa a disposizione da Cirillo e che avevano provveduto loro alle spese per la prima colazione. Le spese effettuate dalla Garofalo a Mykonos in quei giorni sono di minimo importo. Né può affermarsi, in assenza di elementi di prova, che al Garofalo e alla sorella siano stati offerte cene o altri “doni”. “Le utilità effettivamente riscontrate – nota il gip – non possono certo rappresentare il prezzo di una corruzione per l’intervento del rettore su un appalto con importi di oltre 3 milioni di euro”. Tuttavia, conclude il gip, la coincidenza temporale tra l’azione ab externo e le decisioni dell’ente ed il chiarissimo contenuto delle intercettazioni induce a ritenere che la turbativa della gara sia stata effettivamente posta in essere, al di là della “mancata prova in ordine a chi tra i pubblici ufficiali il denaro sia stato poi consegnato”.

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