Corruzione nella sanità, Lombardi sotto inchiesta: l’ex patron della Casertana indagato

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Giovanni Lombardi e Roberto Palumbo

SALERNO – Nell’indagine che la scorsa settimana, su ordine del gip Paola Della Monica, ha portato agli arresti domiciliari del primario di Nefrologia dell’ospedale Sant’Eugenio di Roma, Roberto Palumbo (nella foto a destra), e dell’imprenditore Maurizio Terra, compare anche il nome dell’imprenditore Giovanni Lombardi (nella foto a sinistra), indagato a piede libero. Attivo nel mondo della sanità, Lombardi in passato ha avuto interessi anche nell’editoria: è stato infatti patron delle società che editavano Metropoli e il quotidiano La Città di Salerno. Non è mancata anche una parentesi sportiva, avendo vestito i panni di presidente della Casertana. La sua posizione emerge nell’ipotesi di corruzione per l’esercizio della funzione contestata dalla Procura, che ricostruisce un presunto sistema di rapporti illeciti legati al trasferimento di pazienti dal pubblico al privato. Stando all’attività investigativa, coordinata dal pm Gianfranco Gallo della Procura di Roma, Palumbo, in qualità di pubblico ufficiale, avrebbe ricevuto nel tempo utilità e vantaggi dal gruppo Nefrocenter scarl – gruppo che, secondo gli inquirenti, sarebbe gestito di fatto da Lombardi e del quale farebbe parte anche la Dialeur srl – in cambio dell’esercizio delle proprie funzioni.
In particolare, Palumbo avrebbe indirizzato con preferenza i pazienti dimessi dal Sant’Eugenio, ma ancora bisognosi di terapia emodialitica, verso strutture private convenzionate, tra cui la Dialeur.

Gli inquirenti contestano che, quale corrispettivo di tale attività, Palumbo avrebbe ottenuto una serie di benefici economici. Tra questi, la titolarità di fatto del 60 per cento delle quote della Dialeur, formalmente intestate a Maurizio Terra, mentre il restante 40 per cento risulterebbe riconducibile, sempre secondo l’accusa, a Lombardi tramite la società Nefroline. Le somme destinate al primario sarebbero state versate nel tempo sotto forma di pagamenti regolari, anche attraverso fatture per consulenze ritenute inesistenti. Stando alla ricostruzione contenuta negli atti, Palumbo avrebbe inoltre beneficiato di compensi in nero per prestazioni professionali svolte presso il Rome American Hospital, struttura riconducibile al gruppo Nefrocenter. Tali pagamenti, secondo l’ipotesi accusatoria, sarebbero stati effettuati in parte in contanti e in parte tramite fatture ritenute fittizie, con un vantaggio reci- proco: per Palumbo, l’elusione delle trattenute dovute alla Asl; per Lombardi, una riduzione dei costi legati alle prestazioni del medico. Dalle intercettazioni richiamate negli atti emergerebbe inoltre, secondo la Procura, come la presenza di Palumbo nelle strutture private fosse ritenuta strategica non solo per le sue competenze professionali, ma anche per il ruolo ricoperto nel servizio pubblico.

In questo contesto, gli investigatori parlano di una ‘relazione stabile di mutuo scambio’, nella quale la funzione pubblica del primario sarebbe stata messa, secondo l’accusa, a disposizione di interessi privati. Giovanni Lombardi, coinvolto nell’inchiesta senza misure cautelari, viene indicato dagli inquirenti come parte integrante di questo presunto sistema, in qualità di imprenditore con interessi diretti nelle strutture private beneficiarie dell’attività di Palumbo. Le sue responsabilità, come quelle degli altri indagati, restano ora al vaglio dell’autorità giudiziaria. Naturalmente si tratta di ipotesi accusatorie che dovranno essere ancora dimostrate in un eventuale processo. Tutti gli indagati sono da ritenersi innocenti fino a sentenza definitiva di condanna.

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