Corsa alla Casa Bianca: c’è anche Howard Schultz

Foto LaPresse - Vince Paolo Gerace 07/09 /2018 - Corsico (MI) Cronaca Primo giorno Starbucks Nella foto Howard Schultz Presidente onorario di Starbucks in Piazza Cordusio per il primo giorno di apertura

WASHINGTON – Si fa sempre più serrata la corsa alla Casa Bianca. Tra i candidati si affaccia anche l’ex Ceo di Starbucks, Howard Schultz, che ha dichiarato ieri di “pensare seriamente di correre per le presidenziali 2020 come centrista indipendente”. “Viviamo tempi molto fragili – ha dichiarato Schultz in una intervista tv – e l’attuale presidente non è assolutamente qualificato per il suo incarico”.

Uomo di marketing

Schultz ha quindi spiegato la scelta indipendente perché “entrambi i partiti non fanno il necessario per il popolo americano e sono impegnati solo in ripicche politiche”. Schultz, è diventato milionario con il suo incarico nella catena di caffetterie più famose al mondo, era da sempre considerato vicino ai democratici. Di origine ebraica, ha un patrimonio di 3,3 miliardi di dollari. 

Hillary Clinton

Il secondo nome pesante è quello di Hillary Clinton che non esclude di scendere di nuovo in campo per le presidenziali. Secondo alcune fonti vicine all’ex first lady e segretario di stato, citate dalla Cnn e riprese da molti media Usa, Clinton ancora nell’ultima settimana avrebbe confidato in privato di “non aver chiuso le porte per una sua corsa nel 2020”. Hillary Clinton, prima donna a candidarsi alla presidenza, è stata sconfitta da Donald Trump. 

Kamala Harris

Sullo sfondo dei due ultimi arrivati da registrare anche la crescita di Kamala Harris, che nei giorni scorsi ha dato il via alla sua campagna elettorale per le presidenziali del 2020 con un richiamo allo ‘Yes we can’ di obamiana memoria. “Possiamo – ha detto Harris – realizzare i nostri sogni. Possiamo continuare a credere nel sogno americano. E possiamo tornare ad un’America che affonda le radici nei suoi valori e nella sua storia di uguaglianza e di libertà”.

Di un’altra generazione Kamala Harris, 54 anni senatrice di origini afroamericane, ma anche indiane, colta, trascinatrice e ispiratissima davanti a una folla di migliaia di persone, molto di lei ricorda effettivamente l’ex presidente, che del resto è un suo ammiratore da sempre. E non è un caso se già da tempo il suo soprannome è ‘l’Obama donna’.

Dopo aver annunciato la sua discesa in campo nel giorno del Martin Luther King Day, per dare il calcio di inizio all’avventura che potrebbe portarla ad essere la prima donna presidente della storia la senatrice Harris ha scelto la sua Oakland, roccaforte anti-Trump della California. E dal palco lancia il suo primo duro affondo da candidata contro il tycoon: “L’America è molto meglio di quello che vediamo oggi. Questa non è la nostra America.

L’urlo di Kamala

“Dobbiamo dire la verità e combattere per la verità” e sottolinea come si sia arrivati “a un punto di svolta nel nostro Paese e nel mondo, e dobbiamo unirci per difendere i nostri valori contro chi vuole distruggerli”. Perché per l’avvocatessa ed ex procuratrice generale della California “i valori democratici sono sotto attacco in America e in tutto il mondo, e i diritti civili e i diritti umani sono sotto attacco”.

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