MILANO – La prefetta di Cosenza, Paola Galeone, è finita agli arresti domiciliari con l’accusa di aver intascato una mazzetta da 700 euro. Lo ha deciso il gip della città calabrese, che ha accolto la richiesta avanzata dalla procura diretta da Mario Spagnuolo. Il reato contestato è induzione indebita a dare o promettere utilità. A seguito dell’arresto, la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese ha disposto la sospensione dal servizio per l’alta dirigente dello Stato.
Il provvedimento è arrivato al termine di una brevissima indagine della squadra mobile di Cosenza nata grazie a una denuncia di un’imprenditrice, presentata lo scorso 23 dicembre in questura. Secondo quanto raccontato, Galeone le avrebbe proposto una fattura falsa da 1220 euro con l’obiettivo di spartirsela: 700 alla prefetta e 500 alla professionista. Ovvero poco più di quanto rimasto nel fondo a disposizione della prefettura, e che la prefettura avrebbe dovuto restituire al ministero dell’Interno.
L’impreditrice, però, si è confidata con le forze dell’ordine che l’hanno convinta ad accettare fittiziamente l’invito e a concordare data, ora e luogo della consegna di banconote, tutte appositamente fotocopiate e marcate dalla polizia. Le due si sono quindi date appuntamento e hanno deciso di incontrarsi in un bar del centro. Una trappola in cui, stando alla ricostruzione della procura, Galeone sarebbe caduta in pieno: all’uscita del locale c’erano infatti i poliziotti ad attenderla.
L’indagine non si ferma qui
Il sospetto è che non si tratti di un singolo episodio, e che anche altri avrebbero ricevuto la medesima offerta. I contorni della vicenda sono ancora da definire, così come sono da accertare “eventuali ulteriori fatti, penalmente rilevanti”, ha spiegato il procuratore capo Mario Spagnuolo. Intanto gli investigatoti hanno sequestrato il telefono cellulare della prefetta, stanno passando al setaccio tutte le spese autorizzate e il suo ufficio è stato perquisito.
