Cosimo Di Lauro morto nel sonno, escluso il suicidio

Domani l'autopsia sulla salma del figlio di 'Ciruzzo o' milionario'. Era detenuto nel carcere di Opera

CRO COSIMO DI LAURO AL SUO ARRIVO ALLA CASERMA DEI CARABINIERI PASTRENGO (FOTO SUD FOTO) Arresto da parte dei carabinieri di Cosimo Di Lauro 22-1-2005

di Gianmaria Roberti

NAPOLI – Il presunto giallo di Cosimo Di Lauro, al momento, è un po’ meno giallo. Sulla fine del boss – trovato senza vita in cella lunedì mattina, nel carcere milanese di Opera – emergono i primi dettagli. La scoperta è avvenuta alle 7.10, ma il decesso si ritiene sopraggiunto di notte. Il cadavere era disteso sul letto, in posizione supina. L’esame esterno tenderebbe a escludere un suicidio. Quella dell’estremo gesto è una voce incontrollata, circolata nelle ore successive, venando di mistero la notizia. Rumors forse alimentati da un quadro di prostrazione psicologica.

Non sarebbero stati, invece, trovati segni di violenza sul corpo. L’ipotesi più probabile, allo stato, è di una morte per cause naturali. Un arresto cardiocircolatorio per il detenuto al 41 bis. Ma conferme potrà darne solo l’autopsia. L’esame autoptico è previsto domani. A ordinare l’accertamento il pm di turno della Procura di Milano, Roberto Fontana, che ha aperto un fascicolo per omicidio colposo. L’indagine è a carico di ignoti. Un atto dovuto, come si dice in questi casi. Una scelta prudenziale. C’è la volontà di prevenire ogni possibile ombra, sulla morte del figlio di Paolo Di Lauro, il capoclan Ciruzzo ‘o milionario. Fontana ha disposto anche una consulenza medico legale e tossicologica. C’è da appurare, ad esempio, l’incidenza di farmaci sull’evento mortale. Da approfondire pure le condizioni generali di salute di Cosimo Di Lauro, scomparso a 48 anni. Un’esigenza dettata non solo dalla morte prematura. Da anni il legale del boss, Saverio Senese, chiedeva una verifica sulla capacità di intendere e volere. Il difensore ha descritto Di Lauro in grave stato di decadimento psicofisico.

“Sembrava un pazzo, negli ultimi tempi non mi rispondeva”. Alla pazzia di Cosimo, però, non ha mai creduto la Dda di Napoli. Per i magistrati, il boss fingeva. Da quanto si apprende, Di Lauro non sembrava in particolari condizioni di deperimento organico. Risulta che, d’abitudine, avrebbe fumato fino a cinque pacchetti di sigarette al giorno. “Era sempre sporco, assente – racconta il legale- sin dall’inizio ho sempre avuto la sensazione che fosse uno squilibrato”. Di Lauro era in carcere dal 2005. Una perizia di parte, depositata dal difensore nel 2008, ne indicava i disturbi psichici. L’avvocato aggiunge che, ormai, non voleva neppure incontrare i familiari. Se i giudici ne avessero decretato l’infermità mentale, a far data da 14 anni fa, tutti gli ergastoli – tra cui due definitivi – sarebbero stati cancellati. E si sarebbe dovuta riscrivere una parte di storia della camorra.

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