Costa sfida il governo gialloverde: “No alle trivellazioni, pronto a lasciare la poltrona”

Il ministro dell'Ambiente non teme la sfiducia: "Nel caso tornerei a fare il generale dei carabinieri senza problemi"

Sergio Costa, ministro dell'Ambiente
Sergio Costa, ministro dell'Ambiente

PESCARA – Il ministro dell’Ambiente Sergio Costa sfida il governo gialloverde. “Sono per il no alle trivelle. E’ una battaglia che porterà avanti con forza”. A chi gli fa notare il rischio di perdere la carica, Costa risponde senza mezzi termini. “Torno a fare il generale dei carabinieri. Non c’è problema”.

No alle trivellazioni

Sulle trivellazioni il ministro non transige. “Non firmo e non firmerò autorizzazioni a trivellare il Paese – dice Costa – anche se dovesse esserci il parere positivo della Commissione Via-Vas”. Il ministro Costa ne approfitta per indicare la strada verso il futuro. “Le alternative ci sono – dichiara – si chiamano energie rinnovabili”. Una strada per la quale vale la pena investire tempo e denaro, secondo il ministro dell’Ambiente.


Le energie rinnovabili

“Se bisogna investire è quella la direzione – continua Costa – Ricordo che un miliardo di euro investito in rinnovabili ed efficientamento energetico crea fino a 13 mila posti di lavoro. E’ anche una questione economica: vogliamo puntare sulle fossili, che impoveriscono il territorio e che creano pochi posti di lavoro o sulle rinnovabili, perseguendo gli obiettivi di sostenibilità europei, aiutando il clima e creando tanti posti di lavoro?” Non è difficile dare una risposta a questa domanda. Bisognerà capire, però, se il governo gialloverde sia d’accordo. “Nel caso mi facessi dei nemici – chiude Costa – sarebbero dell’ambiente e del Paese”.

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