ROMA – “Si possono criticare la leggerezza e il comportamento in certe occasioni del premier inglese, ma non il suo coraggio. Sin dall’inizio Johnson ha perseguito la convivenza col virus e il ritorno al piano A significa questo. Va detto però che nelle scorse ondate il suo approccio è fallito per la dimensione del contagio e dei decessi, e che ora è possibile solo grazie ai vaccini. Senza questi ultimi ci sarebbero migliaia di morti al giorno anche con Omicron e la sua strategia comunque è costata 12mila decessi”. Lo dice Andrea Crisanti, professore di Microbiologia all’Università di Padova e all’Imperial College di Londra in un’intervista a La Stampa.
“Grazie al monitoraggio e a studi a campione, che in Italia sogniamo, si è scoperto che il 96% degli inglesi ha anticorpi sufficienti, cioè è vaccinato o guarito. Il livello di suscettibilità al virus, insomma, è relativamente basso. Inoltre, la curva del contagio di Omicron è in discesa e il governo riapre per infettare chi non è vaccinato, chi ha avuto Delta e chi non ha ancora la terza dose”, spiega. E per quanto riguarda l’Italia invece “è stata molto più prudente, ma ora è maggiormente suscettibile al virus, anche perché è partita in ritardo con le terze dosi smobilitando anzitempo gli hub vaccinali. Ora senza chiusure particolari l’approccio di Draghi, pur non ammettendolo, risulta simile a quello di Johnson, non a caso c’è un costo di oltre 300 morti al giorno. A questo punto converrebbe seguire l’esempio inglese fino in fondo alleggerendo dopo il picco le misure per immunizzare quanti più italiani possibile”.
(LaPresse)