ROMA – Green pass rafforzato esteso a tappeto e abolizione della quarantena precauzionale per chi è protetto dalla copertura vaccinale. Quando in Italia i positivi superano quota 98mila, il Governo vieta, di fatto, una lunga serie di attività a chi non è vaccinato o non è guarito dal Covid e allenta invece l’isolamento per chi è in regola con la ‘tabella di marcia’ vaccinale.
Per chi ha effettuato la dose booster o possiede un Green Pass rafforzato da meno di 120 giorni, infatti, non sarà più prevista la quarantena ma una forma di autosorveglianza, l’obbligo di Ffp2 e, solo in presenza di sintomi, l’effettuazione di un tampone con esito negativo al quinto giorno dal contatto con il caso positivo.
Il Governo, dunque, decide di allentare la stretta, così come richiesto dalle Regioni, allarmate dal caos creato dal sistema di tracciamento ormai in tilt. Mario Draghi e i ministri, in realtà, aspettano il parere del Cts ma poi decidono per un alleggerimento generico rispetto a quanto prospettato da tecnici e scienziati, che avevano accordato sì uno stop della quarantena per chi ha il booster, ma riservandolo solo ai lavoratori impiegati nei servizi essenziali.
Mario Draghi vara la stretta, invece, su chi non ha fatto il vaccino. Dal 10 gennaio fino alla cessazione dello stato di emergenza, infatti, servirà il Green Pass rafforzato anche per alberghi e strutture ricettive, wedding, sagre e fiere, centri congressi, servizi di ristorazione anche all’aperto, impianti sciistici di risalita; piscine e centri per lo sport di squadra e centri benessere anche all’aperto, centro culturali, centro sociali e ricreativi per le attività all’aperto.
Inoltre il Green Pass rafforzato sarà necessario per l’accesso e l’utilizzo dei mezzi di trasporto compreso il trasporto pubblico locale o regionale. I partiti di maggioranza, però, si dividono sulla possibilità di estendere il Green pass rafforzato ai lavoratori. La proposta vede favorevole il ministro della Pa Renato Brunetta, ma Lega e M5S si oppongono. Giancarlo Giorgetti, in particolare, insorge chiedendo che si arrivi ad avere un indennizzo dello Stato in casi di effetti indesiderati per chi, “di fatto”, è costretto a vaccinarsi per lavorare.
“Non siamo contrari all’obbligo di super Green pass come dimostrano i precedenti decreti, ma con raziocinio”, spiega invece nel corso della cabina di regia il capodelegazione M5S. “Abbiamo sempre ragionato per funzioni: forze ordine, docenti, sanitari. Quelli a contatto con le persone. Quale sarebbe la ratio di distinguere tra un lavoratore è un disoccupato? – chiede Patuanelli – Forse a questo punto conviene ragionare sull’obbligo vaccinale”, insiste. L’opposizione del titolare dell’Agricoltura all’estensione del Super green pass per i lavoratori, viene sottolineato, è legata a motivi “diversi, opposti” a quelli che hanno portato anche il capodelegazione leghista a dire no alla misura.
Favorevole all’obbligo vaccinale ma, allo stesso tempo, convinto che un’estensione del Super Green pass a tutte le attività possa rappresentare un’arma in più per convincere le persone a immunizzarsi, invece, il Pd. La discussione, in ogni caso, viene rinviata alla prossima riunione del Governo, che potrebbe tenersi già a inizio gennaio con nuove misure da mettere in campo per contrastare il diffondersi del virus.(LaPresse)