ROMA – Primo step per trovare una linea comune nella lotta ai contagi da Covid-19 e superare le divisioni tra rigoristi e aperturisti. Il premier Mario Draghi apre al confronto nella sua maggioranza, consapevole che le diverse anime del suo esecutivo guardano al dopo 6 aprile con occhi diversi.
Appuntamento domani alle 16
A palazzo Chigi si siederanno al tavolo gli esponenti delle forze politiche – Stefano Patuanelli (M5S), Elena Bonetti (Iv), Giancarlo Giorgetti (Lega), Mariastella Gelmini (Fi), Dario Franceschini (Pd) e Roberto Speranza (LeU) – divisi da una linea di demarcazione che vede da una parte Lega, Forza Italia e Iv, che spingono per un allentamento, e M5S, Leu e Pd che preferirebbero un prolungamento della stretta in attesa che la curva dei contagi, i morti e il peso sui presidi ospedalieri comincino a calare.
Per ora, tuttavia, non è così, e questo è l’unico punto su cui l’esecutivo si trova d’accordo. Si aprirà quindi domani il confronto, fino alla data cerchiata in rosso, che dovrebbe essere quella di mercoledì prossimo, quando si tireranno le fila per il nuovo decreto legge Covid.
Due le strade da percorrere: quella caldeggiata da più prudenti che vorrebbero un prolungamento dello status quo con le uniche due zone di rischio, quella rossa e quella arancione, l’altra invece vorrebbe far tornare attiva la fascia gialla per permettere la riapertura di bar e ristoranti.
Una scelta sicuramente politica, su cui Draghi attende i dati del monitoraggio di domani, tenendo sotto la lente di ingrandimento la curva nei prossimi giorni. L’obiettivo del premier, esplicitato alle Camere, è quello di far tornare a suonare la campanella anche negli istituti scolastici nelle regioni a massima restrizione, una priorità, assicurano , che non può diventare merce di scambio. Una valutazione del rischio quindi, con un piano vaccini che è in accelerazione, ma ancora non come vorrebbe il capo di palazzo Chigi.
Il nuovo provvedimento, che dovrebbe essere varato tra giovedì e venerdì prossimo, dovrebbe essere in vigore fino al 30 aprile con l’ipotesi, ancora al vaglio, di fare del week end del primo maggio zona rossa in tutta Italia. Altro capitolo dove ci sono diverse frizioni, viene riferito da vari ministri, è il prolungamento dello stato di emergenza in scadenza il 30 aprile. Anche qui due diversi possibilità: uno o due mesi, con il ministro Speranza che avrebbe anche ventilato la necessità di prolungarlo fino a fine luglio.
Si attendono i dati del nuovo monitoraggio di domani
Alle 14 si riunirà il Comitato tecnico scientifico per confrontarsi sulla situazione epidemiologica e sul monitoraggio settimanale. L’Italia tendenzialmente resterà per la maggior parte rossa fino a Pasqua. Domani ci dovrebbe essere anche il passaggio della Valle d’Aosta e della Calabria in una condizione di massima restrizione (che manterranno fino al 12 aprile), mentre il Lazio scenderà in arancione, con Nicola Zingaretti che ha già annunciato la riapertura delle scuole fino alle superiori da lunedì 29 marzo.(LaPresse)