Covid, Ema: “Su Omicron non c’è unica strategia, seguire le misure locali”

"Siamo tutti preoccupati sugli effetti della nuova variante sulle nostre famiglie. Dopo molte discussioni scientifiche in tutta Europa posso dire che non c'è un singolo rimedio che posso proporre, i diversi paesi raccomandano diverse strategie. Posso solo dire che a seconda di dove vivete seguite i consigli delle vostre autorità"

BRUXELLES – “Siamo tutti preoccupati sugli effetti della nuova variante sulle nostre famiglie. Dopo molte discussioni scientifiche in tutta Europa posso dire che non c’è un singolo rimedio che posso proporre, i diversi paesi raccomandano diverse strategie. Posso solo dire che a seconda di dove vivete seguite i consigli delle vostre autorità”. Lo ha detto la direttrice esecutiva dell’Ema, Emer Cooke, rispondendo a una domanda in conferenza stampa.

La situazione vaccini

 “Mancano ancora informazioni sulla protezione degli attuali vaccini verso la malattia grave, anche dopo le due dosi. E’ estremamente importante raccogliere questi dati prima di avere un quadro chiaro su cosa aspettarci nel futuro e su cosa gli attuali vaccini possono fare. Dobbiamo aspettare ancora alcune settimane”. Lo ha dichiarato Marco Cavaleri, responsabile della task force per vaccini e terapie contro il Covid-19 dell’Agenzia europea dei medicinali (Ema).

“Per ora dobbiamo rimanere prudenti ma anche pensare anche a sviluppare vaccini adatti alle varianti. In caso dovessimo andare incontro a una nuova vaccinazione saremmo preparati. Ed è ciò che stiamo facendo”, ha aggiunto.

Siamo felici di aver aggiunto Novavax al nostro portafoglio a disposizione, non solo per la scelta delle persone che non vogliono essere vaccinate, ma anche perché è più facile da maneggiare e può facilitare le campagne di vaccinazione, soprattutto in paesi dove la catena del freddo è difficile da ottenere. E questo grazie alla possibilità di conservare il vaccino a temperature normali di frigorifero”.

“Questo permetterà quindi di fornire quantità molto elevate di dosi, fino a un miliardo l’anno, al programma Covax” e “ciò contribuirà a garantire che il mondo venga vaccinato il prima possibile”, ha aggiunto.

LaPresse

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