Covid, Flepar a Draghi: subito smart working per limitare i contagi

"In questi giorni di aumento esponenziale dei contagi è preoccupante che ci si ostini a rinviare o ritardare il rilancio del lavoro agile quale misura di prevenzione dal contagio"

Foto Roberto Monaldo / LaPresse

ROMA – “In questi giorni di aumento esponenziale dei contagi è preoccupante che ci si ostini a rinviare o ritardare il rilancio del lavoro agile quale misura di prevenzione dal contagio. Lo smart working è lo strumento più incisivo, derivato dall’emergenza pandemica, per riconfigurare e rimodellare l’organizzazione e il funzionamento della PA., con l’obiettivo di evitare rallentamenti nell’attuazione dei progetti e di disperdere i 25 mld di euro dei Fondi Europei”. E’ quanto si legge nella lettera inviata al Presidente del Consiglio, Mario Draghi firmata da Tiziana Cignarelli, Segretaria generale della Flepar il sindacato dei professionisti della PA e della Codirp, la Confederazione che rappresenta la dirigenza pubblica.

“Ridurre la distanza tra le PA e tra PA e cittadini – si legge nella missiva – significa anche garantire la prossimità dei servizi e dei centri decisionali rispetto al cittadino e all’impresa, potenziando le strutture sui territori e distretti produttivi. Speriamo in direttive e monitoraggi ministeriali che evitino la riduzione dei Piani di integrazione Azioni e Organizzazione (PIAO) nell’ennesimo adempimento formalistico burocratico, privo di incidenza effettiva interna ed esterna alle Amministrazioni e non purché disciplinato dalla contrattazione collettiva nazionale e integrativa. ll lavoro agile consentirebbe di ridurre i costi della “macchina statale”, favorendo criteri di valutazione basati sui risultati”, sottolinea Cignarelli.

 “In questi giorni di aumento esponenziale dei contagi è preoccupante che ci si ostini a rinviare o ritardare il rilancio del lavoro agile quale misura di prevenzione dal contagio. Occorre fare tesoro delle esperienze dell’anno passato in cui si è visto che tramite lo smart working si è riusciti a fornire i servizi anche durante il lock down (si vedano a tale proposito i dati di produttività che sono addirittura aumentati per gli uffici che erano tecnologicamente più preparati). Lo smart working – è scritto nella lettera inviata al Premier – è un’occasione di modernizzazione organizzativa, non solo uno strumento di lavoro; è un modo per ridurre spostamenti inutili di persone con vantaggio per l’ambiente e in questo momento per la collettività. Occorre assumere le decisioni organizzative necessarie senza pregiudizi sfruttando le opportunità offerte dallo smart working in tempi rapidi per ottenere lo stesso effetto preventivo che ebbe lo scorso anno la riduzione degli spostamenti”, prosegue.

 “L’EMA il 6 dicembre e l’OMS il 14 dicembre scorsi hanno chiarito l’importanza, oltre che del vaccino, delle altre misure di prevenzione tempestive, compreso il telelavoro. Già a metà dicembre, quindi, ci ha sorpreso che si trascurassero misure che sui posti di lavoro diventano essenziali, ancor più desolante che fossero trascurate nella pubblica amministrazione, che dovrebbe essere esempio di lavoro sicuro, anche al fine di preservare la funzionalità e continuità dei servizi nell’interesse della collettività”, si legge nella lettera.

La lettera si chiude con un proprio e vero appello a Draghi: “Chiediamo un atto di responsabilità che non può essere condizionato da ragioni che non siano l’emergenza sanitaria e sociale, la prevenzione e la sicurezza dei lavoratori, a maggior ragione quando è stato dimostrato che si coniugano con l’efficienza dei servizi pubblici e privati”.

(LaPresse)

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