MILANO – Il Friuli Venezia Giulia è sempre più vicino al passaggio in zona arancione. In attesa della comunicazione ufficiale, i segnali sembrano esserci tutti, dalle parole del presidente Massimiliano Fedriga – che ieri preannunciava il passaggio di fascia – ai dati dei contagi e dei ricoveri, in particolare quelli in terapia intensiva. Il dato peggiore è però quello relativo alla tenuta degli ospedali, in particolare nelle provincie di Trieste e Gorizia dove l’Azienda sanitaria universitaria Giuliano Isontina (Asugi) ha deciso, a partire da oggi, la sospensione dell’attività chirurgica, comprese le operazioni in regime di libera professione a causa dell’avanzare della pandemia.
Lo stop arriva per far fronte al costante flusso di pazienti Covid e non Covid presso i Pronto Soccorso: a essere garantite saranno le operazioni di urgenza ed emergenze chirurgiche, traumatologia e la chirurgia oncologica indifferibile. Sospese anche tutte le attività di ricovero programmate dell’area medica.
I segnali del peggioramento si vedono anche dal bollettino ufficiale: 4.651 nuovi casi contro i 4.187 del giorno prima, 6 decessi e soprattutto ricoveri in terapia intensiva in aumento, dai 37 del giorno prima agli attuali 40: tra questi 35 non sono vaccinati. In lieve calo invece i ricoveri in reparto che passano dai 353 di ieri agli attuali 351.
L’unica arma davvero valida, in grado di fermare o comunque attenuare l’impatto della quarta ondata, rimane il vaccino e in particolare la dose booster.
Da qui la scelta della Regione di aprire nuovi hub dedicati al richiamo, in particolare in Carnia, Canal del Ferro e Val Canale. I centri saranno attivi da lunedì prossimo per tre settimane in Carnia e dal giorno dopo in Canal del Ferro e Val Canale per 2 settimane. La capacità vaccinale complessiva settimanale sarà di 1.220 dosi, tra cui 860 divise fra i centri di Tolmezzo, Paluzza, Paularo, Ovaro, Ampezzo e 360 in quelli di Tarvisio, Prato di Resia, Chiusaforte e Pontebba.
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