MILANO – “Vaccini, bisogna considerare se farli ai guariti”. E’ il dubbio amletico che in queste ore assilla il responsabile del reparto di malattie infettive dell’ospedale Sacco di Milano, Massimo Galli.
Il dubbio
La sua perplessità trova terreno fertile nel reperire il numero adeguato di dosi da somministrare alla popolazione. Lo ha detto in un intervento online durante un convegno organizzato dalla Fondazione scuole civiche di Milano: “Se non si vaccinassero i guariti che sono 4 milioni e qualcosa, almeno quelli noti, risparmieremmo parecchio anche in dosi visto che quello è il problema, ci sono molte promesse, ma alcune vedono delle difficoltà tra cui il rifiuto esteso, soprattutto in alcune regioni, di AstraZeneca”. E ha poi aggiunto: “Abbiamo l’80% di protezione dalla guarigione precedente rispetto alla possibilità di una seconda infezione. E’ un aspetto che deve fare considerare l’opportunità o meno di vaccinare quelli che sono già guariti”.
La prevenzione
E sulla somministrazione alle categorie più deboli ha sottolineato: “Trovo non accettabile per i fragili che si aspetti di vedere se si infettano o no senza andare a vedere il dosaggio degli anticorpi neutralizzanti per capire se il vaccino ha attecchito o meno. Faccio il medico clinico, il mio problema – ha concluso – è come fare per chi non risponde e per chi non posso vaccinare, queste strategie meritano una riconsiderazione”.