Covid, Gelmini: “Possibili riaperture dal 20 aprile”. Domani l’incontro tra Draghi e le regioni sul Pnrr

La settimana prossima il governo dovrebbe varare il nuovo scostamento di bilancio, insieme al Def: si parla di almeno altri 30 milioni di nuovo debito per sostenere imprese e attività in difficoltà e placare, almeno in parte, la rabbia

Maria Stella Gelmini (Foto Roberto Monaldo / LaPresse)

ROMA – Ufficialmente sul tavolo dell’incontro convocato domani alle 17 a palazzo Chigi c’è il Pnrr, che andrà completato e consegnato all’Ue entro fine mese. Ma è inevitabile che la discussione sul piano di ripresa tra il premier Mario Draghi, Regioni ed enti locali tocchi anche gli altri temi di attualità, dai sostegni alle riaperture passando per il piano vaccini. Tutti peraltro strettamente interconnessi.

Riaperture, pressing del centrodestra

Nei giorni in cui il malcontento riempie le piazze – con episodi violenti, come martedì a Roma, il tema di far ripartire le attività economiche si fa quanto mai stringente. Il centrodestra è in pressing da due settimane. “Da maggio ci saranno delle riaperture, forse qualcosa anche dal 20 aprile”, anticipa la ministra per gli Affari regionali Maria Stella Gelmini, intervenendo agli Stati generali del settore Matrimoni ed eventi privati. Mentre il coordinatore nazionale e vicepresidente FI Antonio Tajani annuncia “un piano” da presentare al governo con delle date precise.

“Stiamo lavorando ad un piano di riaperture da presentare al più presto. Vorremmo presentare al governo un progetto con delle date precise, augurandoci che la pandemia regredisca grazie alle misure a contrasto e al piano vaccini”. Italia Viva chiede di “programmare immediatamente le riaperture. E sostenere economicamente nella fase di ripartenza chi non ha stipendio fisso né entrate certe tutti i mesi ed è stato massacrato dalle chiusure”, insiste il capogruppo al Senato Davide Faraone chiedendo rispetto per chi è sceso in piazza. E domani il Pd riunirà la segreteria sulle misure per la ripresa.

Draghi: valutare numeri e vaccini

Numeri e vaccini sono i due paletti imposti da Draghi. Che è assolutamente convinto della necessità di ripartire il prima possibile, ma senza passi falsi. Per procedere spediti con la campagna vaccinale bisogna a tutti i costi evitare una nuova ondata causata da un allentamento temporaneo delle misure che, tirando le somme, non avrebbe altri effetti che peggiorare ulteriormente la situazione. Si guarda con attenzione ai dati: il tasso di positività è sceso al 4,03%. Ma il traguardo delle 500mila vaccinazioni al giorno fissato per fine mese, seppur considerato raggiungibile, è ancora lontano. Nel varare il decreto con la stretta di aprile, in vigore da oggi, il governo ha messo nero su bianco la possibilità per il Cdm di derogare alle restrizioni e modificarle, allentando le misure.

Il confronto governo-regioni

Il presidente della Conferenza Stato-Regioni Stefano Bonaccini chiede la riapertura di parrucchieri ed estetisti anche in zona rossa. E di studiare una soluzione graduale, con ingressi individuali, per far ripartire palestre e piscine. “Penso che una misura che il governo potrebbe mettere in campo per aiutare ristoranti e bar – ha proseguito – potrebbe essere quella di estendere a tutto l’anno la sospensione del pagamento per l’occupazione del suolo pubblico, al momento bloccata fino a giugno. Oppure ridurre il costo della Tari nelle città, magari d’intesa con le amministrazioni locali”. La settimana prossima il governo dovrebbe varare il nuovo scostamento di bilancio, insieme al Def. Si parla di almeno altri 30 milioni di nuovo debito per sostenere imprese e attività in difficoltà e placare, almeno in parte, la rabbia.

(LaPresse/di Antonella Scutiero)

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