Covid, impennata anche negli Usa, scontro Oms-Cina su origine del virus

Impennata di casi di Covid-19 anche negli Usa. Nelle ultime due settimane il numero di infezioni è triplicato: il 20 luglio i nuovi contagi in media sono stati 37mila rispetto ai 13.700 del 6 luglio, stando ai dati della Johns Hopkins University.

. (AP Photo/Mark Lennihan)

BRUXELLES – Impennata di casi di Covid-19 anche negli Usa. Nelle ultime due settimane il numero di infezioni è triplicato: il 20 luglio i nuovi contagi in media sono stati 37mila rispetto ai 13.700 del 6 luglio, stando ai dati della Johns Hopkins University. E così, di fronte al diffondersi della variante Delta, che ormai rappresenta oltre l’80% dei casi negli Stati Uniti, si potrebbero rivedere anche rivedere le raccomandazioni sull’uso della mascherina. Una decisione della Casa Bianca aveva esonerato dall’uso del dispositivo le persone vaccinate ma ora trapela l’ipotesi che i principali funzionari sanitari del presidente Usa Joe Biden stanno valutando se rivedere le disposizioni. Spetterà comunque al Centro di controllo delle malattie (Cdc) cambiare le linee guida ufficiali. “I funzionari dell’amministrazione insistono sul fatto che la scienza guiderà il processo, consapevoli che qualsiasi modifica ufficiale o non ufficiale alle regole delle maschere sarebbe un duro colpo psicologico per un paese nel suo secondo anno di restrizioni legate alla pandemia”, scrive la Cnn.

Il presidente Biden ha espresso grande frustrazione per il rallentamento del tasso di vaccinazione contro il Covid-19 negli Stati Uniti e ha affermato che è “clamorosamente importante” che gli americani si facciano avanti e vengano vaccinati contro il virus. Biden, parlando in un forum televisivo a Cincinnati, ha affermato che la crisi della salute pubblica si è trasformata in gran parte in una difficile situazione per i non vaccinati poiché la diffusione della variante Delta ha portato a un’impennata dei contagi in tutto il Paese.

Intanto, mentre il virus muta, si è riaperto il dibattito sulle sue origini e sulla necessità di indagare ancora sulla genesi della pandemia. La scorsa settimana il capo dell’Organizzazione mondiale della sanità ha annunciato nuovi approfondimenti, senza escludere un potenziale legame tra la pandemia e la fuga del virus da un laboratorio cinese ed oggi è arrivata la reazione di un alto funzionario sanitario cinese. Il viceministro della Commissione nazionale per la salute Zeng Yixin ha detto di essere rimasto scioccato dalla volontà dell’Oms di avviare una seconda fase di ricerche e ha respinto la teoria delle fughe di laboratorio come una voce in contrasto con il buon senso.

L’intenzione dell’Oms di condurre ulteriori indagini sull’origine del Covid ha invece trovato il favore della Commissione europea. “C’è già stato uno studio dell’Oms sulle origini del coronavirus ma ricerche vanno condotte per capire le origini del virus e l’introduzione nella popolazione umana, senza escludere ogni possibilità a priori”, ha detto il portavoce della Commissione Ue, Stefan De Keersmaecker, nel briefing con la stampa. “Quello che è importante per noi è un dibattito scientifico aperto, trasparenza e la revisione tra pari, che è cruciale per raggiungere un alto standard di conclusioni. L’Ue incoraggia l’Oms a favorire ulteriori impegni nella comunità scientifica internazionale, rimaniamo pienamente impegnata a lavorare assieme a tutti i Paesi e la comunità internazionale”.

Sulle origini ci sarà tempo per indagare. Al momento è la sua variante Delta a tenere banco. Nella sua mappa settimanale, il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) ha riportato quattro regioni (Veneto, Lazio, Sicilia e Sardegna) nella fascia gialla, dopo tre settimane di fila in cui tutto il Paese era in fascia verde. Nel resto d’Europa passano al giallo anche molte regioni della Francia, della Grecia e della Croazia, si confermano gialli Belgio e Danimarca, mentre permangono le fasce arancione e rossa in Spagna, Portogallo, Irlanda, Paesi Bassi, Cipro e zone della Grecia.

Colpa della variante Delta, per cui, ancora una volta l’Ue è tornata a sottolineare l’importanza di accelerare con le vaccinazioni. Sono 200 milioni gli adulti nell’Ue completamente vaccinati ad oggi, ovvero il 54,7%, mentre il tasso di chi ha ricevuto la prima dose è del 67,8%, ha fatto sapere la Commissione Ue. L’obiettivo per l’esecutivo di Bruxelles è che gli Stati membri arrivino al 70% di popolazione adulta completamente vaccinata entro luglio e per raggiungerlo è stato consegnato un numero di dosi sufficienti.

di Fabio Fantozzi

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