MILANO – In Italia il 17 gennaio scorso la variante Omicron era predominante, con una prevalenza stimata al 95,8%, con una variabilità regionale tra l’83,3% e il 100%, mentre la Delta era al 4,2% del campione esaminato. Sono i risultati dell’indagine rapida condotta dall’Iss e dal Ministero della Salute insieme ai laboratori regionali e alla Fondazione Bruno Kessler.
La variante Omicron risulta ormai largamente predominante nel nostro Paese”, si legge nella nota Iss che precisa come la presenza della variante sia anche in aumento rispetto alla indagine precedente, relativa ai campioni prelevati il 3 gennaio 2022, quando era al 80,75%.
I risultati, precisa ancora l’Istituto Superiore di Sanità, “per quanto non privi di limiti e bias, permettono di stabilire l’ormai assoluta predominanza della variante Omicron nel nostro Paese, in linea con quanto già segnalato in altri Paesi Europei”.
Inoltre, “non bisogna trascurare il fatto che la prevalenza della variante delta, rilevata alla data della presente indagine (17 gennaio 2022) nel 4,2% dei campioni a livello nazionale, è ancora stimata intorno al 10-15% in alcune Regioni, rappresentando pertanto una quota rilevante di casi la cui evoluzione futura è da monitorare con attenzione”.
Sono 5 le Regioni in cui la variante Omicron è presente al 100%: Basilicata, Molise, Puglia, Umbria e Valle d’Aosta. È quanto emerge dall’indagine rapida condotta dall’Iss e dal Ministero della Salute insieme ai laboratori regionali e alla Fondazione Bruno Kessler. Due invece le regioni dove è sotto il 90%: il Trentino (83,3%) e Sicilia (87%).
(LaPresse)