Covid, la Campania ha sprecato 2 anni

La pandemia riprende vigore, in regione ancora soluzioni insufficienti e ora le ferie svuoteranno le corsie. L’Unità di crisi: “Il piano è pronto”

Foto Cecilia Fabiano/ LaPresse

CASERTA (Gianmaria Roberti) – L’estate anomala del Covid è nelle cifre, mai così alte, con due incognite dietro l’angolo: le ferie del personale e l’offerta di posti letto negli ospedali campani. Il raffronto con i precedenti è semplice. Il 5 luglio 2020, il bollettino dell’Unità di crisi riportava 5 nuovi positivi, 2 guariti e zero decessi. Un anno fa, i contagi del giorno erano 68, con 6 vittime (più altre 10 in precedenza ma registrate in ritardo). I ricoveri erano 17 in terapia intensiva e 221 nelle degenze. Ieri i nuovi positivi sono schizzati a 18.663. I deceduti sono rimasti stabili (5), rispetto a 12 mesi fa. Ad aumentare, dal 5 luglio 2021, sono i pazienti Covid: 34 in terapia intensiva, 581 nei reparti. Da notare è la disponibilità di posti letto, a distanza di un anno: identica per le degenze ( 3.160); calata, ad oggi, per le intensive (da 673 a 607). La situazione dei ricoveri, certo, è ancora sotto controllo. Ma la crescita esponenziale dei contagi – associata alla riduzione del personale per ferie – non è rassicurante. “Settembre ci fa paura” dice la consigliera regionale Maria Muscarà (gruppo misto), che ha appena depositato un’interrogazione. Muscarà chiede al governatore De Luca chiarimenti sugli interventi organizzativi e strutturali. “In modo particolare nei pronto soccorso -spiega -, tutti i lavori che erano stati pianificati non sono stati completati, e ci troviamo nelle condizioni in cui siamo adesso. Questi soldi che fine hanno fatto? Perché non si è completato?”. La consigliera del misto pone dubbi sulle strategie anti Covid, “anche perché dopo 2 anni di annunci sbagliati, e dopo 2 anni nei quali ogni volta sembrava che si fosse trovata la via risolutiva, ci troviamo nuovamente in questa situazione così drammatica”. Muscarà accusa: non “si è fatta l’unica operazione che andava fatta in maniera prioritaria, che era quella di adeguare gli ospedali pubblici ad un’emergenza, che adesso è quella del Covid, ma che potrebbe essere anche altra. Senza tener conto di tutte le emergenze che abbiamo, e che sono quelle che ti fanno prenotare una Tac dopo 2 mesi, se va bene, o te la fanno rimandare all’anno successivo, oppure ti fanno pagare il privato”. Per la consigliera regionale Carmela Rescigno di Fratelli d’Italia, invece, “il Covid è l’ultimo dei problemi, la sanità campana è al collasso anche senza il Covid. Siamo una sanità non più capace di garantire l’urgenza emergenza. De Luca dice che non saranno più chiusi reparti o attività per il Covid. Ma ci mancherebbe, dopo tre dosi di vaccino, che non avessimo raggiunto neanche questo”. L’esponente di FdI sottolinea: “Intanto le liste di attesa stanno là. Abbiamo tutti quei pazienti che dovevano essere operati e non lo sono stati, in questi tre anni. Il problema vero è che i malati, in Campania, non si possono curare”. Getta acqua sul fuoco, viceversa, Ugo Trama, componente dell’Unità di crisi e responsabile del settore vacccinazioni. “ Ieri (lunedì, ndr) – dichiara – è stato varato un piano di azioni aggiuntive – perché non è che la Campania si fosse fermata – da mettere in campo tanto per l’assistenza territoriale quanto per l’assistenza ospedaliera., per la riconversione di posti letto. Visto che non c’è una grande ospedalizzazione al momento, ma bisogna cominciare a lavorare su questo, stiamo lavorando sul potenziamento nell’uso degli anti virali, sulla somministrazione della quarta dose e quant’altro”. Ma sulle prossime settimane, Trama è prudente: “Purtroppo il Covid, in questi anni, non ci ha mai lasciato un periodo di tregua. Il sistema si riadatta sempre a quelle che poi sono un poco le condizioni. Ad ottobre ci auguriamo che non ci siano varianti fortemente pericolose, però non lo possiamo dire ora”.
purtroppo il covid, in questi anni, non ci ha mai lasciato un periodo di tregua. Il sistema si riadatta sempre a quelle che poi sono un poco le condizioni. Ad ottobre ci auguriamo che non ci siano varianti fortemente pericolose, però non lo possiamo dire ora”.

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