ROMA – “l’Europa rischia mezzo milione di morti”. E’ il monito lanciato dall’Organizzazione mondiale della Sanità. Preoccupano il proliferare di nuovi contagi in vari Paesi d’Europa. “Siamo all‘epicentro della pandemia – ha sentenziato il direttore per l’Europa dell’Oms, Hans Kluge – L’attuale ritmo dei contagi nei 53 Paesi della regione europea suscita forte preoccupazione”, per cui così procedendo si prevede “un altro mezzo milione di morti da covid-19 entro febbraio”.
Ema: “Quarta ondata”
Ma non solo l’Oms, anche l’Ema, l’Agenzia europea per i medicinali, sottolinea il momento di difficoltà che si sta vivendo, raccomandando la terza e successivamente la quarta dose di vaccino: “Siamo già nella quarta ondata della pandemia – ha il responsabile dell’Agenzia, Marco Cavaleri – Ci sono soggetti particolarmente vulnerabili al virus del Covid”, per cui “è di assoluta importanza che tutti si vaccinino, perché nessuno è protetto fino a quando tutti saranno protetti. Occorre seguire tutte le precauzioni con attenzione. I tempi per l’ok di Ema al farmaco anti-Covid per via orale molnupiravir di Merck – ha aggiunto – autorizzato oggi nel Regno Unito non sono prevedibili, ma siamo pronti a dare assistenza agli Stati che vogliano dare il via libera all’uso di emergenza prima dell’autorizzazione Ue. Stiamo raccogliendo dati – ha concluso Cavaleri- per dare indicazioni certe il prima possibile sulle fasce di popolazione che potrebbero beneficiare di una quarta dose nel prossimo futuro, ha aggiunto”.
Speranza: “Contagi in crescita”
E, durante l’ottava edizione di FarmacistaPiù, il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha sottolineato come “le parole dell’Oms di oggi non possono essere sottovalutate: il contagio in Europa sta crescendo in modo significativo soprattutto in alcuni Paesi, ma l’alta diffusione di vaccino ci sta consentendo di rompere la catena tra il numero dei contagiati e il numero di ospedalizzati e decessi. I numeri dell’Italia sono in questo momento più bassi degli altri Paesi Ue ma più alti per le vaccinazioni. Quindi la strada della vaccinazione è quella giusta: i vaccini sono il vero strumento per gestire questa fase. Dobbiamo accelerare sulla terza dose che è un pezzo fondamentale della nostra strategia, e dobbiamo insistere perché con essa alziamo il livello di protezione soprattutto nei più fragili. Il campanello di allarme suonato da Oms deve fare alzare ancora la soglia di attenzione, però guardiamo comunque ai prossimi mesi con la consapevolezza che c’è uno strumento in più che sono i vaccini”