Covid, negli ospedali solo passi indietro

Le nuove disposizioni Asl: stop al trasferimento dei pazienti infetti che restano nei reparti

Foto Cecilia Fabiano/ LaPresse

NAPOLI – La rete ospedaliera cittadina si vede nuovamente costretta ad affrontare il problema ricoveri Covid. I numeri di pazienti che arrivano negli ospedali napoletani sono in aumento, i contagi pure, e di conseguenza l’allarme si riaccende. Si lavora, quindi, per affrontare questa ennesima emergenza piombata sull’Italia intera, che ha colpito molto duramente proprio la nostra Regione (nella giornata di ieri sono stati individuati 12.700 nuovi casi e registrate altre tre vittime in Campania).
A due anni e mezzo dall’inizio della pandemia, però, lo stato dei nosocomi partenopei è identico se non peggiore, con difficoltà sempre più grandi da parte del personale sanitario, armato di sempre meno strumenti per far fronte all’infezione dilagante.
Non aiutano nemmeno le nuove disposizioni che stanno per essere attuate, comunicate nella giornata di ieri dai vertici dell’Asl Napoli 1 Centro nel corso di una riunione con la rappresentanza di parte pubblica, le Rsu e organizzazioni sindacali di comparto, che ha avuto come ordine del giorno la tematica ‘evoluzione della pandemia’.
Disposizioni che hanno seminato grande perplessità soprattutto tra i sindacati, che con grande probabilità preparenno nei prossimi giorni un documento di polemica contro quanto è stato comunicato.
Per far fronte alla nuova recrudescenza di casi in città e al previsto nuovo aumento di ricoveri sicuramente a partire da settembre e perlomeno per tutto l’autunno, l’Asl ha dato disposizione ai medici di disporre in ogni reparto ospedaliero una stanza di isolamento in cui poter posizionare i pazienti che in quell’ambiente risultano positivi al Covid.
La novità rispetto a prima è costituita dal fatto che quindi i degenti infetti dal virus non saranno, come nei mesi scorsi, trasferiti in strutture Covid dedicate, ma saranno tenuti nell’ospedale in cui già si trovavano, chiaramente in una stanza a parte che dovrà necessariamente esser disposta in ogni reparto.
La perplessità nasce proprio dalla possibilità, purtroppo concreta, che l’ospedale facilmente diventi, in questo modo, un ambiente in cui contrarre il virus diventa incredibilmente semplice: non ci sono infatti percorsi dedicati che dividano il passaggio del paziente Covid positivo da quello del paziente Covid negativo. E quindi, per fare un esempio pratico, se un malato cardiologico che risulta infetto deve essere sottoposto a un esame, frequenterà i medesimi ambienti in uso per tutti gli altri pazienti non infetti. Ambienti che quindi, in teoria, andrebbero sanificati ad ogni passaggio di un caso di Covid. Una procedura che rischia di subire intoppi e pericoli, oltre che di provocare rallentamenti alla macchina di lavoro dell’ospedale.
Senza contare che per il momento non è possibile destinare un determinato numero di medici e infermieri al solo reparto Covid, e che quindi il dottore che cura il paziente positivo deve migrare di reparto in reparto per curare tutti i pazienti, positivi e non. E che negli ospedali non ci sono ambienti neutri in cui potersi svestire dell’abbigliamento necessario all’assistenza di un positivo.
La cosa ancor più curiosa è che le disposizioni sono state comunicate, in assenza però dei protocolli su come gestire i pazienti Covid nei singoli reparti. Protocolli che non sarebbero ancora pronti.
Novità, queste, dovute certamente all’emergenza personale, specie nei mesi estivi: il Covid c’è e più di prima, ma molti camici bianchi sono già andati in ferie. I 40 posti Covid che sono stati disposti all’Ospedale del Mare di Ponticelli (per la gestione dei quali si è proceduto a uno spostamento di personale dai reparti ordinari) non saranno quindi di grande supporto a tutti gli altri ospedali napoletani, che il virus, quindi, ce l’avranno sempre in corsia. Motivo per il quale è stata presa la decisione di creare tanti piccoli presidi Covid all’interno dei singoli reparti.
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