ROMA – Anche se all’appello delle vaccinazioni manca ancora oltre un milione di studenti over 12, il sistema scuola in presenza regge. Non c’è stato nessuna esplosione di casi da settembre. Lo certifica la Fondazione Gimbe nel report ‘Sicurezza Covid-19 nelle scuole: dalle evidenze scientifiche al real world’.
Lontani dalla Dad, il sogno di una normalità ritrovata è una sfida che i ragazzi stanno vincendo. La riapertura delle aule “è solo l’inizio”, ma “i vaccini contano”, mette in chiaro Patrizio Bianchi.
Il ministro dell’Istruzione rivendica i risultati eccezionali di adesione alla campagna: il 94,4% del personale si è sottoposto alla prima dose (il 91,5% ha completato il ciclo) e gli studenti, dice, “hanno reagito molto bene”, parlando di una media del 70% e dell’84% per la fascia 16-19. “Come avete visto, ho richiesto che dopo gli ottantenni, cioè quelli più fragili, ci siano gli insegnanti come priorità assoluta. Me lo ha garantito il generale Figliuolo”, spiega parlando da Trani, in Puglia.
Per la precisione, al 25 ottobre il 67,2% della popolazione 12-19 anni (3.064.055) ha completato il ciclo vaccinale e il 5,5% (249.401) totale ha effettuato la prima dose. I ragazzi che non hanno ricevuto nemmeno una dose di vaccino sono 1.243.466 (27,3%), con percentuali di non vaccinati che vanno dal 19,6% della Regione Sardegna al 43,8% della Provincia autonoma di Bolzano. Il trend della copertura vaccinale con almeno una dose nella fascia 12-19 anni, dopo il netto aumento a inizio giugno, ha progressivamente rallentato a partire da settembre, quando il valore era ancora inferiore al 70%.
Secondo i dati del report settimanale dell’Istituto Superiore di Sanità, nel periodo 4-17 ottobre i casi diagnosticati nella fascia d’età 0-19 anni sono stati 8.857 casi, di cui 99 ospedalizzati, 3 ricoveri in terapia intensiva e nessun decesso, con una progressiva riduzione dell’incidenza. Numeri che per Renata Gili, responsabile Gimbe della Ricerca sui Servizi Sanitari, “dimostrano che sinora non si è verificato il temuto ‘effetto scuola’, sia grazie alla vaccinazione di studenti e personale scolastico, sia per la progressiva copertura vaccinale della popolazione generale: la conseguente riduzione della circolazione virale si riflette in ambito scolastico, anche negli alunni under 12 per i quali non ci sono ancora vaccini autorizzati. Un motivo in più per raggiungere il maggior numero possibile di persone non vaccinate e accelerare la somministrazione delle terze dosi”.
Le evidenze scientifiche da un lato dimostrano che nelle scuole “non esiste il rischio zero di contagio”, dall’altro, spiega Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione, suggeriscono che “è possibile minimizzarlo tramite un approccio multifattoriale integrando differenti interventi di prevenzione individuale e ambientale”.
di Maria Elena Ribezzo