MILANO – Il Covid diventerà endemico. Dobbiamo prepararci ad altre pandemie. E per farlo serve cambiare ora la governance e la missione di una delle principali agenzie sanitarie d’Italia, l’Aifa. Ha idee precise Giorgio Palù, presidente dell’Agenzia Italiana del Farmaco e professore all’università di Padova, sul presente e sul futuro delle sfide sanitarie che attendono il Paese.
Il Covid e l’attuale risalita dei contagi? “Il virus sta subendo un destino evolutivo che lo porta ad essere molto contagioso”, spiega Palù a LaPresse intervistato nella cornice della Fondazione Stelline di Milano, dove si è recato per la 16esima kermesse di ‘Salute Direzione Nord’ e per presentare il suo ultimo libro ‘All’origine – il virus che ci ha cambiato la vita’.
“Ma – avverte il virologo – i dati dimostrano che non dà le polmoniti che dava la variante Delta, quindi ha acquisito delle mutazioni che lo avvantaggiano dal punto di vista della contagiosità, tra cui soprattutto la capacità di evadere la risposta immunitaria, ma di fatto è meno patogeno per le cellule polmonari”. La previsione del presidente di Aifa è che “dobbiamo attenderci che a un certo punto questo virus decida di stabilizzarsi e diventare endemico” e cioè permanere nella popolazione per ripresentarsi ma “con una diffusione localizzata e una certa stagionalità – afferma -. Come è avvenuto per i 4 coronavirus che già conosciamo e che ci vengono tutti dall’animale”. Altro capitolo: il rapporto uomo-ambiente. In futuro “avremo altre sfide pandemiche che ci verranno dal mondo animale – sostiene Palù -, dal pianeta, da nicchie ecologiche che stiamo violando”. Per questa ragione servono risposte e preparazione fra cui “avere a livello europeo quello che hanno già gli americani: un’Agenzia per essere pronti e preparati a rispondere” con “attività che andrebbero concentrate, non disperse in realtà regionali”.
Fra i cambiamenti strutturali di cui c’è bisogno, Palù infila con decisione anche quello che coinvolge la stessa Agenzia del ministero della Salute da lui presieduta. “C’è bisogno di una riforma di Aifa”, dice netto. Perché “di fronte alla situazione pandemica le decisioni che impattano su salute e spesa pubblica devono avere un equilibrio, pesi e contrappesi”. Fa un esempio: fra le nazioni ‘big’ del mondo “siamo l’unico paese che non ha un vaccino o un farmaco antivirale per il Covid”.
“Quindi – illustra – non solo Aifa ma anche il Ministero dello Sviluppo economico possono intervenire: c’è bisogno di un’iniziativa per prevedere un hub vaccinale, che si occupi di nuove terapie molecolari, e che sia anche un centro di osservazione per la pandemie”.
La riforma che ha in mente il presidente di Aifa punta a catalizzare “ricerca industriale” sui farmaci in Italia si basa su un punto, iniziale e imprescindibile: “Serve che – conclude Palù – le due commissioni di Aifa, quella Prezzi e Rimborso dei farmaci e quella Tecnico-scientifica, vengano unite per impedire che si rimpallino le decisioni troppo a lungo. È questa una delle carenze che abbiamo nei confronti di altri enti regolatori”.
di Francesco Floris