MILANO – “Il desiderio di tornare alla vita normale e una certa rilassatezza nella percezione del pericolo epidemico sono senz’altro due dei fattori che hanno inciso” sul rallentamento della campagna vaccinale, specie sulla somministrazione della quarta dose. Lo dice Fabrizio Pregliasco, virologo dell’Università di Milano e direttore sanitario dell’Irccs Ospedale Galeazzi-Sant’Ambrogio di Milano, in una intervista a La Stampa.
“La narrazione dell’epidemia e della sua gestione attuale influisce in maniera significativa sulla percezione del rischio pandemico. Per esempio, il recupero del personale medico-sanitario non vaccinato veicola un messaggio di noncuranza – afferma – Oltre ad alimentare la facile propaganda No Vax, costruita sapientemente anche a livello internazionale per minare la credibilità dei vaccini e sulla quale sarebbe utile istituire una commissione d’inchiesta. Dunque, si registra una certa fatica nella vaccinazione. Noi chiediamo alle persone di fare un richiamo a distanza di sei mesi dall’ultima dose o dalla guarigione, ma molti, nella pratica, ci rispondono: ‘La terza dose l’ho fatta ma adesso basta’”.
(LaPresse)