MILANO – Se la terza ondata della pandemia ha colpito violentemente l’Italia nonostante le restrizioni e le zone rosse, è “colpa delle varianti. Quella inglese è più trasmissibile delle altre, come la brasiliana, concentrata fra Umbria, Lazio e Toscana. Gli interventi le stanno tenendo a bada ma con fatica. A gennaio queste mutazioni hanno cominciato a prendere il sopravvento in tutta Europa fino a sostituirsi quasi del tutto ai ceppi originari del virus. È stato più difficile contenere l’ondata”. A dirlo, in un’intervista al Corriere della Sera, è Giovanni Rezza, direttore della Prevenzione del ministero della Salute. Che incoraggia: “Grazie ai vaccini ne usciremo”.
Sulla pressione sulle terapie intensive, Rezza spiega: “Ce lo aspettavamo. È il corso delle epidemie. Prima aumenta l’Rt, poi l’incidenza dei casi, poi l’occupazione dei posti letto ospedalieri e infine, purtroppo, c’è la crescita dei decessi. Siamo al giro di boa. Man mano che Rt e incidenza scenderanno, le rianimazioni cominceranno a liberarsi, le vittime caleranno. Ora il sistema sanitario sta soffrendo e sconta l’accumulo dei casi nelle scorse settimane”.
Sulla definizione di ‘terza ondata’, Rezza sottolinea: “La pandemia Spagnola del 1918 fu segnata da due ondate naturali. Quelle della pandemia da Sars-CoV-2 sono state corrette da interventi umani come il lockdown. La prima fase è stata quella di febbraio- marzo 2020, concentrata in alcune regioni del Nord. Non si è avuto un picco naturale, ma interrotto da interventi molto duri. È seguita una fase estiva in cui i casi erano calati a tal punto da riuscire a identificare i positivi che tornavano dalle vacanze. Poi la seconda ondata, con la ripresa dell’attività in autunno. Gli interventi di Natale hanno frenato di nuovo l’incidenza. Ora siamo nella terza fase, sostenuta dalla variante”.
(LaPresse)