Covid: stretta sui viaggi in Italia agita l’Ue, Draghi tira dritto: “Difendere la normalità con unghie e denti”

Foto Roberto Monaldo / LaPresse Nella foto Mario Draghi

ROMA – Scintille Roma-Bruxelles dopo l’ordinanza firmata da Roberto Speranza che segna una stretta sugli arrivi nel nostro Paese. Da domani, infatti, e fino al 31 gennaio, sarà in vigore l’obbligo del test negativo in partenza per chi proviene dai Paesi Ue e, in aggiunta, servirà una quarantena di 5 giorni per chi non è vaccinato. Mario Draghi, in Parlamento in vista della sua partecipazione, domani, al Consiglio europeo, mette in chiaro la rotta impressa dal Governo nell’azione di contrasto alla pandemia.

“L’arrivo dell’inverno e la diffusione della variante Omicron ci impongono la massima attenzione”, esordisce, ed è in questo senso che respinge al mittente le critiche mosse, anche in Aula, al ministro della Salute per le nuove misure. “Certo che sono stato informato dell’ordinanza”, dice chiaro, mettendo di fatto la firma di tutto il Governo sulla stretta.

Per Draghi sono i numeri a parlare

In Italia la situazione rispetto alla nuova variante è ancora “relativamente favorevole” con un’incidenza “minore dello 0.2%”. In altri paesi Ue, però, è la sottolineatura, “è molto diffusa, perciò si è deciso di adottare la stessa pratica per chi arriva oggi in Italia dal Regno Unito: per entrare basta un tampone, non credo ci sia molto da riflettere…”, taglia corto. Bruxelles, però, storce il naso. “Non abbiamo ricevuto alcuna notifica dall’Italia” sulle nuove misure, lamenta il portavoce della Commissione europea, Christian Wigand.

“Voglio ricordare che per mantenere un approccio coordinato, cosa che abbiamo sempre cercato, gli Stati membri hanno l’obbligo di notificare 48 ore prima alla Commissione europea l’introduzione di nuove restrizioni”, ricorda, rimandando il tema alla riunione dei Capi di Stato e di Governo di domani e sottolineando come “qualsiasi misura deve essere precauzionata e applicata nel più breve periodo di tempo possibile”. E’ quello che Draghi si augura.

Per palazzo Chigi non c’è “nessuno scontro” con l’Europa”. La linea è quella indicata anche da Luigi Di Maio: “Abbiamo la responsabilità di tutelare la vita degli italiani, ogni decisione presa è frutto di un’attenta riflessione con la comunità scientifica. Il nostro faro – ribadisce il ministro degli Esteri – è la salute e non possiamo rischiare di chiudere l’Italia dopo le feste a causa di una impennata incontrollata di contagi, sarebbe un colpo anche per la nostra economia”.

L’invito del Governo e del premier è a non abbandonare la prudenza, senza, però, dimenticare la strada fatta fin qui e i risultati ottenuti. “Ci avviciniamo al Natale più preparati e più sicuri”, sottolinea mettendo a confronto i dati degli ultimi giorni con quelli, ben più tragici, del 2020. “Il numero totale di persone attualmente positive al virus in Italia è 297 mila. Dodici mesi fa – sottolinea – erano 675 mila, nonostante un livello di restrizioni molto maggiore. Le persone ricoverate sono 8.026. Il 14 dicembre 2020 erano 30.860. Negli ultimi sette giorni ci sono stati in media 95 decessi al giorno. Nello stesso periodo di un anno fa erano stati 629″.

Merito di questo ‘spread’ positivo, insiste l’ex presidente Bce, è della campagna di immunizzazione. “Voglio incoraggiare ancora una volta chi non si è vaccinato a farlo al più prestoe chi ha fatto le prime due dosi a fare la terza appena possibile”, insiste Draghi. “Vaccinarsi – scandisce – è essenziale per proteggere noi stessi, i nostri cari, la nostra comunità. Ed è essenziale per continuare a tenere aperta l’economia, le scuole, i luoghi della socialità, come siamo riusciti a fare fino ad ora”. Possiamo guardare a Natale e alle feste “con relativa tranquillità Ma ci sono stati 134mila morti: ci siamo ripresi una normalità a questo prezzo. Noi vogliamo difendere e difenderemo questa normalità con le unghie e con i denti”.

L’obiettivo, allora, resta quello di “frenare il contagio nel mondo per limitare il rischio di pericolose mutazioni. Non saremo davvero protetti finché i vaccini non avranno raggiunto tutti”, ribadisce invitando l’Ue e le case farmaceutiche a mettere in campo “maggiore determinazione” per arrivare a mantenere gli impegni presi.

“Collaborare”, quindi, è chiave per “essere più preparati a eventuali crisi future”, senza cercare “soluzioni individuali” a problemi comuni. Vale per la pandemia, ma anche per la lotta al cambiamento climatico, le transizioni ecologica e digitale e – soprattutto – il dossier migranti. Nel Consiglio europeo di domani si parlerà anche di migrazioni. L’Italia, ripete il presidente del Consiglio, continuerà a chiedere una gestione condivisa, solidale, umana e sicura.

“L’Unione europea deve dimostrarsi all’altezza dei propri valori, come l’ha esortata a fare Papa Francesco di recente”, promuovere a livello internazionale corridoi umanitari e mettere in campo una gestione condivisa anche sui rimpatri. Il premier invita poi il Parlamento a “de-ideologizzare” il tema dei flussi. “Sento parlare di difesa delle radici, dell’identità – dice rivolgendosi alla parte destra dell’emiciclo di palazzo Madama – ma lo si fa affermando le caratteristiche delle nostre radici: una di queste è la solidarietà, un’altro la responsabilità”. Bisogna quindi “fare molto di più” sul fronte dell’accoglienza, in modo di rendere chi arriva “una risorsa e un amico dell’Italia”.(LaPresse)

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome