L’Irpinia, serbatoio d’acqua della Campania, rifornisce milioni di persone ma fatica a garantire un flusso costante nei propri rubinetti. Alto Calore Servizi (ACS), la società pubblica finita da tempo in un tunnel di crisi economica, infrastrutturale e politica. Oggi, tra concordato preventivo, reti colabrodo e bilanci asfittici, le perdite superano la metà dell’acqua immessa in rete, i debiti sfiorano cifre da capogiro e le soluzioni tampone non bastano più.
Decenni di gestione frammentata, una politica spesso più attenta ai consensi che alla pianificazione, e un ente di servizio trasformato in terreno di scontro. Ma il nodo è tutto lì — nella mancanza di una visione strategica per il futuro dell’acqua in Irpinia. In questa crisi, torna d’attualità il tema dei tre obiettivi fissati nel 2018: risanamento finanziario, ammodernamento delle infrastrutture e riorganizzazione gestionale. Sono gli stessi che oggi, a distanza di sette anni, vengono riproposti come chiave per uscire dal guado.
Ed è proprio su questo punto che interviene Sabino Morano, irpino, candidato della Lega alle prossime Regionali in Campania, che ha fatto dell’acqua e dei servizi pubblici locali uno dei pilastri del suo programma. “Non è più tollerabile – dichiara Morano – che l’Irpinia, che da sola garantisce l’approvvigionamento idrico a gran parte della regione e alle regioni vicine come Puglia e Basilicata, resti prigioniera di un sistema inefficiente. L’Alto Calore va salvato, ma va anche ripensato: serve una governance chiara, con tecnici qualificati, investimenti reali sulle reti e un piano pluriennale di manutenzione. Basta con gli interventi emergenziali e la gestione politica dell’acqua: occorre una riforma strutturale che restituisca ai cittadini trasparenza, efficienza e continuità del servizio”.
Morano propone inoltre la creazione di una cabina di regia regionale per la gestione delle risorse idriche, con un ruolo di coordinamento tra ACS, Comuni e Regione: “L’acqua è un bene comune, ma deve essere gestita come un patrimonio strategico. Oggi il problema non è solo economico, ma di visione. Dobbiamo restituire all’Irpinia la dignità di un territorio che produce valore per tutta la Campania”.
Le sue parole arrivano in un momento in cui anche i sindaci-soci dell’Alto Calore chiedono chiarezza e un nuovo patto istituzionale. La Regione, dal canto suo, osserva e attende gli sviluppi del piano di concordato, mentre il territorio continua a convivere con turnazioni, dispersioni e infrastrutture obsolete. L’acqua in Irpinia è più di un servizio: è identità, memoria, futuro. Ed è su questi temi che Morano promette battaglia: “Finché la politica non troverà il coraggio di trattarla come tale, il paradosso dell’Alto Calore continuerà a scorrere, inesorabile, insieme a quella che fu la sua più grande ricchezza”.