Crisi di governo, Salvini mette alle strette Di Maio. Il grillino reagisce: “Taglio dei parlamentari? Mossa della disperazione”

I due vicepremier si appellano a Mattarella

Foto Roberto Monaldo / LaPresse Nella foto Luigi Di Maio, Matteo Salvini

ROMA – Si dimena, Di Maio, si muove tra le sabbie mobili. E non sapendo cosa fare, attacca ancora una volta Salvini sul taglio dei parlamentari, definendola “una mossa della disperazione”, rimettendosi poi a Mattarella sulla data del voto


L’attacco all’ex alleato

“Dopo quanto successo l’8 agosto – ha sottolineato DiMaio –  chi può dare ancora credito alla sua parola? Quello che dice non conta più nulla, quella del capo della Lega sul taglio dei parlamentari è una mossa della disperazione. Matteo Salvini si è infilato in un cul de sac, se vuole votare veramente la riforma costituzionale deve ritirare la sfiducia a Conte. In base ai regolamenti parlamentari – spiega – se la Lega vuole votare il taglio degli eletti dovrà prima ritirare la mozione di sfiducia a Conte. Altrimenti la votazione sul taglio slitterà a dopo quella sul premier. Ma è chiaro che, se dovesse ritirare la richiesta di sfiducia per il presidente del Consiglio, dovrebbe smentire la sua linea. Si è messo da solo in un labirinto. Non so chi lo stia consigliando, ma sta dimostrando che i suoi conti sull’andare al voto anticipato non reggono proprio”.

Il taglio dei parlamentari

“La data del voto – sottolinea Di Maio – la decide il presidente della Repubblica, nessuno si deve permettere di farlo al posto suo. Dopodiché io voglio tagliare i parlamentari per davvero. Salvini invece quei 345 eletti li vuole tenere anche nella prossima legislatura”.

L’inciucio coi renziani

Dopo le tante voci su un possibile ‘inciucio’ tra i dem renziani e i 5S ha risposto: “Noi siamo semplicemente intenzionati a votare il taglio degli eletti. Su tutto il resto io sto assistendo solo a un dibattito interno nei vari partiti. Ma su ciò che attiene a nuove elezioni o eventuali nuovi governi si esprimerà Mattarella. Posso dire che nel Movimento nessuno mi ha chiesto di andare a sedermi al tavolo con Matteo Renzi. Noi vogliamo il taglio degli eletti”.

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