Vuole il voto subito. Gli avversari, soprattutto Matteo Renzi, farà di tutto per impedirlo. Ma il leader del Carroccio tira dritto: ha messo fine all’esperienza penta-leghista ed ora vuole capitalizzare il consenso. “Ho fiducia nel presidente Mattarella”, ha dichiarato il capo del Viminale dalle spiagge della Sicilia. E a chi lo accusa di non aver in mano una proposta concreta per affrontare la prossima manovra finanziaria (dalla quale vorrebbe sottrarsi per non intestarsi eventuali sacrifici da chiedere agli italiani) risponde facendo l’elenco dei punti che vuole concretizzare: “Tasse ridotte al 15% per milioni di lavoratori italiani, pace fiscale con Equitalia per milioni di Italiani, nessun aumento dell’Iva ma riduzione delle tasse sulla casa. La nostra manovra economica è già pronta, a Renzi interessa solo perder tempo per salvare la poltrona”.
Sa che gestire in solitudine questa fase e quella successiva (il voto, indipendentemente da quando si terrà) è difficile e a tratti controproducente. Ed infatti è pronto ad incontrarsi con gli alleati del centrodestra: “Li vedrò sicuramente a livello locale perché alcune elezioni regionali ci sono”. Ma, rassicura il ministro, “parleremo anche di altro”.
Quando è arrivato a Catania non è stato una osanna totale. Un gruppo di manifestanti gli ha gridato “buffone” impugnando cartelli con su scritto ‘vergogna’ e ‘traditore’.
Domani è il giorno della verità: la conferenza dei capigruppo per calendarizzare la sfiducia dimostrerà i tempi che i presidenti di Camera e Senato vogliono seguire per gestire la crisi.