Da Napoli all’Area 51, al via la missione spaziale per la sicurezza dell’Ucraina

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Missione spaziale in Ucraina

NAPOLI – Venerdì 20 giugno alle ore 18 (ora italiana), dalla sede di Leader Consulting, al Centro Direzionale di Napoli (isola F3), sarà seguito in diretta il lancio di un innovativo razzo suborbitale dal deserto di Black Rock, in Nevada (USA), sotto il controllo della US Air Force.

Alla cerimonia saranno presenti il Console Generale d’Ucraina a Napoli Maxim Kovalienko, la Vice Console Generale Kristina Kulyk, l’ingegner Luigialberto Ciavoli Cortelli (decano di Capri Campus e Past President ASAS Confindustria), il direttore del programma di lancio per Capri Campus e consulente del Servizio Emergenze Ucraina Mario Scaramella e l’avvocato Maria Rosaria Magliulo di Capri Campus.

Il razzo, denominato Lond Lancers, è prodotto dalla statunitense Guardian Aerospace per Capri Campus e ha come obiettivo quello di superare la linea di Von Karman, al confine tra atmosfera e spazio. Il vettore trasporterà un carico sperimentale progettato per il rilascio di sensori ambientali in alta atmosfera, con particolare attenzione alla verifica di contaminazioni da polveri radioattive legate agli incendi nella zona di Chernobyl.

Il lancio, autorizzato dalla Federal Aviation Administration degli Stati Uniti, fa parte di un più ampio programma di monitoraggio ambientale e sicurezza strategica, che punta a rilevare minacce radiologiche, chimiche e biologiche in scenari di guerra non convenzionale.

Il sistema, dotato di tre motori e due stadi, rappresenta un importante passo avanti per l’Italia nel settore dei vettori spaziali leggeri, con una potenza di spinta record (rapporto 23:1) e nuove soluzioni per il recupero e la telemetria.

Il progetto si inserisce in un più ampio sforzo tecnologico di Capri Campus, che comprende anche UAV ad ala fissa e decollo verticale, droni VTOL e veicoli anfibi, sviluppati con il contributo di figure come il professor Saggese (già presidente ASI) e il professor Lecce (Università Federico II).

Il collegamento tra Napoli e il Nevada simboleggia non solo un ponte tra ricerca italiana e tecnologia americana, ma anche un impegno concreto per la ricostruzione sostenibile e la sicurezza ambientale, in vista della Conferenza europea sulla ricostruzione dell’Ucraina prevista per luglio a Roma.

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