Da Napoli l’appello dei precari della giustizia per la stabilizzazione

Parla l’avvocato Rossella Rigitano, funzionaria Aupp (Addetti all’Ufficio per il Processo), presso il Tribunale del capoluogo campano, referente regionale della Cgil

Il futuro della giustizia italiana dipende da scelte strategiche in termini di personale, risorse e organizzazione. Un appello, che invita a riflettere e ad agire per garantire un servizio essenziale per il Paese, è stato lanciato al Ministero della Giustizia e al Governo, nel corso dell’inaugurazione dell’anno giudiziario a Napoli da parte dell’avvocato Rossella Rigitano, funzionaria Aupp (Addetti all’Ufficio per il Processo), presso il Tribunale del capoluogo campano e referente regionale della Cgil, sottolineando la necessità di stabilizzare i lavoratori precari del comparto giustizia.

L’intervento ha evidenziato i risultati positivi ottenuti grazie al contributo dei lavoratori assunti nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, ma ha anche posto l’accento sulle sfide e sulle urgenze che il sistema giustizia deve affrontare.

Rigitano ha definito un “paradosso” la situazione attuale: lavoratori che ogni giorno tutelano i diritti dei cittadini operano essi stessi in condizioni di precarietà e incertezza. “Si tratta di oltre 12.000 lavoratori – funzionari AUPP, funzionari tecnici e operatori data entry – dotati di competenze specialistiche e di una dedizione già ampiamente dimostrata, ma costretti a lavorare con contratti a tempo determinato”, ha dichiarato.

L’Ufficio per il Processo, in particolare, è stato descritto come un modello virtuoso. Grazie al lavoro di questi professionisti, è stato possibile accelerare lo smaltimento dell’arretrato giudiziario e avvicinarsi all’obiettivo di una maggiore efficienza nella definizione dei processi. I dati del terzo trimestre 2024 pubblicati dal Ministero della Giustizia evidenziano progressi significativi sia nel settore civile che penale.

L’avvocato ha ribadito la necessità di rendere strutturale il contributo dei lavoratori assunti con il PNRR. “Apprezziamo l’impegno per la stabilizzazione di circa 6.000 lavoratori dal 1° luglio 2026, ma è essenziale che questa misura riguardi l’intero comparto di 12.000 dipendenti, per garantire la sopravvivenza stessa del sistema giustizia,” ha affermato.

Rigitano ha inoltre sottolineato l’importanza di investire in formazione, nuovi contratti integrativi e un aumento delle retribuzioni accessorie. Questo per evitare il fenomeno della “fuga” verso altri Ministeri o posizioni lavorative più gratificanti. “L’età media del personale è di circa 58 anni, e i vuoti di organico aggravano ulteriormente la situazione. Il sistema ha bisogno di ben più delle unità attualmente assunte,” ha aggiunto.

Un altro tema cruciale sollevato durante l’intervento è stato lo stato delle infrastrutture giudiziarie. Molti Palazzi di Giustizia, compresi quelli di valore storico e artistico, necessitano di interventi urgenti per adeguarsi ai moderni standard di digitalizzazione, sicurezza e capienza. “Non possiamo ignorare le condizioni in cui lavorano migliaia di dipendenti. Una giustizia moderna richiede spazi adeguati e strumenti all’altezza delle sfide attuali,” ha sottolineato.

In chiusura, l’avvocato Rigitano ha rivolto un appello chiaro al Governo: “Non considerate queste risorse come temporanee, rendetele finalmente parte strutturale del sistema giustizia. Solo così potremo costruire un sistema all’altezza delle aspettative della collettività.”

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