Da territorio dove lo spaccio era off limits a base per i pusher di altre città. Il pentito: ‘A Casale lo spaccio all’ingrosso è gestito da Omar Schiavone’

CASAL DI PRINCIPE – Da luogo dove lo spaccio, per ordine dei vertici del clan, era off limits, a base per i pusher di altre città che comprano droga all’ingrosso per poi rivenderla nei loro territori: è la mutazione che ha colpito l’assetto criminale di Casal di Principe, un cambiamento concretizzatosi nell’ultimo decennio e che rischia di diventare irreversibile.

La recente indagine della Procura di S. Maria Capua Vetere, che ha colpito la rete di venditori di narcotici di via D’Angiò, strada della città del Foro, ha tracciato come alcuni di loro, tra il 2022 e l’anno scorso, erano soliti recarsi a Casale per fare il “carico” di stupefacenti. Altre attività investigative, leggermente più datate, coordinate dall’Antimafia partenopea hanno documentato, invece, come lo smercio di narcotici sia diventato il core business del clan dei Casalesi, al punto da essere il principale motivo di scontro tra i Bidognetti e gli Schiavone. La contesa di questo business è stata a un passo dall’innescare una guerra tra chi ora agisce sul territorio in nome della famiglia di Cicciotto ‘e mezzanotte ed Emanuele Libero Schiavone, figlio del capoclan Francesco Sandokan (il rampollo era tornato in città lo scorso aprile, dopo 12 anni di carcere, e a giugno è stato rispedito in cella con l’accusa di armi e spaccio di narcotici).

Il lavoro dei carabinieri della Compagnia di Casale su questo scontro, sfociato in pestaggi e stese, ha fatto emergere (e smantellato) una base di spaccio in via Taormina e una in piazza Mercato. A completare il quadro arrivano, adesso, le dichiarazioni del collaboratore di giustizia Antonio Lanza, ex capozona dei Bidognetti sui territori di Lusciano e Parete.

Il pentito ha riferito alla Dda che ad occuparsi “dello spaccio all’ingrosso” a Casale è Omar Schiavone, fratello di Nicola ‘o russ, imprenditore già condannato per mafia con il processo Normandia e pochi mesi fa dichiarato di nuovo colpevole di associazione mafiosa.

Omar Schiavone era stato arrestato lo scorso settembre nell’ambito dell’indagine della Dda tesa a colpire il gruppo Picca-Di Martino, operativo nella zona di Teverola e Carinaro. L’attività investigativa, secondo la Procura di Napoli, ha raccolto elementi tali da sostenere che Schiavone avesse comprato un quantitativo imprecisato di marijuana da Antonio Zaccariello. A fine settembre, Schiavone è stato scarcerato dal Riesame, che ha accolto la richiesta del suo legale, l’avvocato Mario Griffo, sottoponendolo ai domiciliari.

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